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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Vercelli - Verde
   cetto, come il Xóyog in Platone; Par. xviii, 1.-5. (Graram.) Verbo; La parte principale del discorso che denota esistenza assoluta o modificata; Par. xviii, 92.
   Vercelli, Città sulla riva destra della Sesia nella provincia di Novara; Inf. xxviii, 75. - Loria: «Vercelli giace al confluente del Cervio colla Sesia, nel mezzo di una vasta e fertile pianura, ed è una delle più antiche città d'Italia. Ai tempi romani faceva parte della Gallia Cisalpina e nella adiacente pianura stavano i Campi Randi dove Caio Mario sbaragliò i Cimbri e per questa vittoria furono detti Castra Mariani. Le invasioni barbariche ne dispersero la popolazione, ma rilevossi sotto il dominio longobardico, e nel X secolo la troviamo già ordinata a repubblica. Giunti i tempi delle luttuose fazioni dei guelfi e ghibellini Vercelli ne fu straziata. Fra le potenti famiglie di questa città primeggiano gli Avogadri od Avvocati ed i Tizzoni; i primi forse così chiamati per essere gli avvocati della chiesa Vercellese, e perciò guelfi ; gli altri attinenti all'impero pei loro feudi quindi ghibellini; ed in conseguenza nemici acerrimi fra loro. Sebbene la città fosse spesse volte agitata dalle gare di queste famiglie e dei loro aderenti, pure Vercelli si ingrandiva, si moltiplicavano le agiatezze e fioriva per fama di lettere, essendo che nel 1228 v'era stato aperto una Università, in allora chiamata Studio, dove oltre agli scolari italiani vi concorrevano francesi, inglesi, normanni, spagnuoli e catalani. Narra Pietro delle Vigne, segretario di Federico II, in una sua lettera, d'aver mandato a Vercelli un dotto professore di ragione civile, dietro richiesta dei cittadini. Volgeva il 1311, allorché avendo i Vercellesi chiamato rettore Simone, della famiglia degli Avogadro, furono costretti i ghibellini ad uscire dalla città. L'Imperatore pretendendo che vi ritornassero e non volendo i guelfi, mandò Matteo Visconti a porvi l'assedio. - Vercelli si difese per lungo tempo, ma dovette infine soggiacere alle preponderanti forzi del Visconti. In allora i guelfi parte furono cacciati dalla città e parte fatti prigionieri fra i quali parecchi degli Avogadri e lo stesso Simone del quale i Tizzoni spianarono le case. Da questo momento i Visconti cominciarono a signoreggiare in Vercelli, e la unirono alla Lombardia. »
   Verde, lat. viridis, Aggiunto di Quel colore che hanno l'erbe e le foglie, quando son fresche e nel loro vigore. Voce adoperata nella Div. Com. 21 volta: 7 volte nell'Inf. (iv, 118; xm, 4, 40; xv, 122: xx, 75; xxvil, 45; xxx, 64), 13 nel Purg. (in, 135; vii, 82; vili, 28, 29, 106; xi, 92; xvni, 54; xxil, 51; xxiil, 1; xxix, 35, 93; xxx, 32; xxxiii, 110) e 1 volta nel Par. (xxx, 111). -