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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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Veltro
e amore, cesserà l'avarizia et ogni altro vizio; e questo era noto all'autore secondo la ragione dell'astroligo, et in ciò si manifesta eh' elli fosse astrologo. » - An. Fior.: « Perchè chi si sia questo Veltro non è diffinito, et è pretermesso da molti valenti uomini et excellentissimi storiografi, è da passare oltre leggiermente, et lasciare gli oppinioni comuni che sia uomo, re, o di vile nazione, o tra quelle due città che l'Autore fa menzione. » - Serrav.: « Vult dicere hic auctor: Dixi quod lupa, idest avaritia, maritabitur multis, idest fiet uxor multorum; idest hominum avarorum, diligentium so-lummodo terrena, et maxime clericoruin et prelatorum Ecclesie, sy-moniacorum, vendentium res sacras; quousque venerit veltrus canis, qui plurimum inimicatur lupis et qui significat unum bonum rec-torero. Quem ut credo, Dantes putat esse unum bonum Summum Pontificem, quia contempnet dominia temporalia, divitias; et non erit symoniacus, ymo fugabit omnes symoniacos; odiet avaritiam; non promovebit ad cardinalatus nisi bonos homines et virtuosos; sic ad episcopatus, et alias dignitates et prelaturas. Vel forte erit unus Imperator vel Dux. Non est cura. Hic Summus Pontifex in-terficiet hanc lupam, idest avaritiam, et persequetur eam de villa in villam, idest de avaro in avarum quousque reduxerit eam in In-fernum. » - Barg.: « Questo veltro sarà un principe di somma virtù, sotto il quale saranno esterminati, e scacciati li vizi, e specialmente l'avarizia dal mondo, e ciascuno si donerà a virtù. » - Land.: « Io credo che il Poeta, come ottimo matematico, avesse veduto per astrologia, che per l'avvenire avessero a essere certe revoluzioni dei Cieli, per la benignità delle quali abbi al tutto a cessar l'avarizia. Sarà dunque il veltro tal influenza, la quale nascerà tra Cielo e Cielo, o veramente quel Principe, il quale da tal influenza sarà prodotto. » - Tal.: « Dantes intelligit hic dicens, quod avaritia du-rabit in tantum quousque veniet unus princeps qui expellet pre-latos avaros, et reformabit mundum sicut antiquitus fuit. Et intelligit de presbiteris, sicut ipse vult. Et iste princeps veniet a celo, scilicet a bona constellatione, cui pertineret istum principem, qui expellet istam avariciam. »- Veli, fu, per quanto veggiamo, il primo ad intendere di Can Grande della Scala, seguito poi, in questa sua opinione dalla gran maggioranza dei commentatori successivi. Egli chiosa: « Fingendo per quello pronosticar di Cane grande primo della Scala Signor di Verona, e predire ciò che allora era presente; perchè Dante nel suo esilio, fu molto sovente ne' suoi bisogni da questo Signore. » - Così pure Gelli, Dan., Buonanni, Cast., Voi., Vent., Lotnb., Fort., Pogg., Biag., Ces., Boss, ed il più dei moderni. Secondo il Betti « il veltro è assolutamente Benedetto XI. » - - Col libro di Carlo Troya, Del Veltro allegorico di Dante (Fir., 1826),