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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   eterna nel Purgatorio non può esser parola. Inoltre Stazio non parla di vendetta, ma sviluppa la teorica della generazione ed animazione dell'uomo e spiega poi il modo di esistere dell'uomo dopo morte e come i corpi aerei possano patire di magrezza. Quindi bisognerà accettare la lez. veduta. Altre lez. come vertude eterna, giustizia eterna, verità eterna, ecc., sono inattendibili. -Lan.: « Qui risponde Stazio a Virgilio e dice: se io li dispiego la vertude eterna, cioè la virtude di Dio, circa lo fatto dell'uomo in tua presenzia, elio non è lecito se non in uno modo ch'io non posso negare tuo comandamento. » - Ott.: « La veduta eterna, Cioè dell'anime che sono eterne. E qui Stazio procede alla assoluzione della questione; e prima cortesemente scusa sè, ed imputa alla obbedienza lo imprendere questo carico. » - Petr. Dant. tace. Cass. e Falso Bocc. leggono veduta eterna, ma non danno veruna interpretazione. - Benv.: « Veduta eterna, idest, veritatem seternam huius qufestionis. » - Buti: « La vendetta eterna; cioè la Giustizia di Dio: vendetta è saziamento d'odio; Iddio non ha in odio niuna sua creatura; ma come giusto vuole che li uomini rei giustamente siano puniti, a ciò che participeno lo bene de la giustizia, e però vendetta di Dio si pone per giustizia. » - An. Fior.: « Se la veduta eterna. Qui dice Stazio a Virgilio: s'io gli dispiego la verità, ciò è la virtù di Dio, ecc.» - Serrav.: «Si visionem eternam ei dispiego, idest explico; eternam, idest de anima que est eterna sal-tera a parte post. » - Land.: « La vendetta eterna, cioè quello che dispone l'eterna giustizia. » - Tal. legge veduta eterna, ma non dà veruna interpretazione. - Veli. : « La giustizia eterna, La giustizia divina. » - Dan.: « La vendetta eterna, cioè Quello che la eterna giustizia di Dio dispone, per vendicar le ingiurie e i peccati degli uomini. » - Lomb.: « Se gli dislego, se gli disciolgo, gli spiego, la veduta eterna, ciò che si vede in questi luoghi eterni. Il termine di veduta, per ciò che si vede, l'adopera Dante anche Inf. xyii, 113 e seg. E 1' aggiunto di eterno alla veduta eziandio del Purgatorio, perocché esente esso pure dalle vicende del tempo, ed appartenente in tutto all'eterna vita, non pare disdicevole. L'altra lezione all'incontro di vendetta eterna meglio all'Inferno che al Purgatorio si confarebbe. » - Ces. : « Veduta par troppo migliore, non addicendosi bene al purgatorio la vendetta eterna. » - Confr. Blanc, Versuch, n, 96. - 5. Vedute, chiama Dante le stelle fìsse o perchè si offrono alla vista, o perchè sono tanti punti che veggono, quasi occhi del cielo; Par. n, 115. Catul. Carni, vii, 7 e seg.: « Autquam sidera multa, cum tacet nox, Furtivos hominum vident amores. » - Lan.: « L' ottava spera, dove sono le immagini e le costellazioni essenzialmente, per li quali membri la virtù della nona