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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Vedere - Veduta
   2079
   gnizione di essa; Par. x, 116. - 25. Veder V ultima sera, Morire; Purg. i, 58. - 26. Veder lume, Avere il senso della vista, e anche Essere in luogo illuminato da poterci vedere. E fig. per Avere accorgimento; Purg. vi, 148. - 27. Vedi! Vedete! o sim., modo enf. di rivolgere l'altrui attenzione a pers. o cosa; Purg. ir, 31, 34. Par. xix, 106.
   Vedere, Sost., Vista, e l'Atto del vedere; Inf. xx, 15. Par. v, 5; xiii, 105; xxviii, 112; xxix, 79; xxxiii, 36, 55. - E per Avvedimento, Senno, Prudenza; Par. xill, 104. - E per La contemplazione, opposta sXYOvrare, cioè alla vita attiva, detto di Rachele, simbolo della vita contemplativa; Purg. xxvii, 108.
   Vedova, lat. vidua, Donna a cui è morto il marito; Conv. IV, 27, 88; iv, 28, 89. E fig. Purg. vi, 113; xx, 58; xxiii, 92.
   Vedovaggio, latino viduatus, Stato vedovile, Vedovanza; Conv. iv, 28, 89, 90.
   Vedovella, dimin. di Vedova; Ha talvolta senso di compassione, talvolta tra di cel. e di biasimo, a denotare chi mal conserva il decoro della sua vedovanza. Dante l'usa soltanto nel primo senso; Purg. x, 77; xx, 45; xxiii, 92.
   Vedovo, lat. viduus, Agg. Che è in stato vedovile. 1. Di terreni principati; Purg. xx, 58. - 2. Per estens. Purg. i, 26. Conv. il, 2, 13. - 3. Detto d' un albero per Sfrondato, Ignudo ; Purg. xxxii, 50.
   Veduta, Facoltà visiva, che comunemente dicesi Vista. Voce adoperata nella Div. Com. 14 volte, due volte due nelVInf. (xvii, 114; xx, 51; xxviii, 93; xxix, 42), due volte due nel Purg. (xii, 132; xxv, 31, 102; xxxiii, 82) e tre volte due nel Par. (il, 115; Xiv, 80; xix, 52, 81; xxviii, 107; xxxiii, 84). Oltre al significato propr. notiamo: 1. Veduta, per II vedere, l'Atto del vedere; Inf. xvii, 114. Vit. N. xiv, 39; xvi, 11.-2. Senso intell.; Purg. xxxiii, 82. Par. xix, 52. - 3. Distanza o Spazio che si abbraccia colla vista; Vit. N. xli, 18. - 4. Nel luogo Purg. xxv, 31, il più dei testi legge Veduta eterna, non pochi invece Vendetta eterna, (confr. Com. Lips. il, 496 e seg. Moore, Crit., 418 e seg.). Leggendo veduta bisogna intendere: Ciò che si vede in questi luoghi eterni. Leggendo vendetta intendesi della pena posta dall' Eterno ai corpi purganti. Le pene del Purgatorio sono chiamate vendette anche Purg. xxi, 6, ma in questo luogo sono dette giuste, non già eterne. chè le pene del Purgatorio non sono eterne, onde di vendetta
   132. — Enciclopedia dantesca.