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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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Vecchietti
della città fino dai tempi del bisavolo suo Cacciaguida. Credesi dagli scrittori di cose genealogiche derivata da stirpe latina, e certamente poi può asserirsi che fino dai più remoti tempi ebbe signoria di castella nei popoli di Verzaia e di S. Piero a Careggi. In Firenze ebbe case e torre, che si disse la Bigoncia, nel popolo di S. Donato, e fu questa casa che fondò e diè dote alla chiesa detta appunto dei Vecchietti, nel sestiere di S. Pancrazio. - Diè nome ai posteri messer Vecchietto che fu Console nel 1184, ed era suo consorte quel Guido di Guidalotto, che sedendo tra i consiglieri nel 1201 ratificò un trattato di pace con i Senesi. Più tardi i Vecchietti primeggiarono tra i guelfi, e dalla loro torre combatterono contro i Soldanieri e gli altri ghibellini del loro sestiere; e nei registri dei soldati che andarono ad oste contro i Senesi e i fuorusciti Fiorentini nel 1260 leggonsi i nomi di Marsilio e Lapo di messer Bernardo, di Filippo di Jacopo, e di Durazzo di messer Guidalotto. I ghibellini vincitori si vendicarono di essi col devastare ed adeguare al suolo le loro case; dei quali danni essi, ed ancora Ridolfo e Cino di messer Gherardo, ottennero compenso dopo che i guelfi si ebbero ripreso in mano il governo. - Marsilio fu in seguito, a titolo di premio per le sue fatiche, decorato del cingolo equestre, e nel 1280 ebbe, insieme con Lapo, l'onore di essere prescelto tra i più segnalati di parte guelfa che dovevano segnare la pace fatta a mediazione del Legato Pontificio: anzi nella riforma del governo che allora ebbe luogo, ei fu nominato Consultore del Comune. Vanni suo figlio camminò sulle traccie di lui, e si meritò nome nella sentenza celebre di Arrigo VII per aver difeso Firenze; ed anche Neri benemerito della patria, avendo lasciata la vita sul campo di battaglia a Montecatini nel 1315. - Nei tempi a noi più vicini van rammentati Raimondo e Giovanni, che il popolo commosso a tumulto nel 1378 volle armati cavalieri; Vanni di Jacopo che fu ambasciatore ai Perugini nel 1385, poi a Roma nel 1388. Marsilio di Vanni fu dei venti eletti nel 1400 a riformare gli officj della città, oratore a Bologna nel 1402 ed a Ferrara nell' anno appresso, commissario in Romagna per pigliar possesso di Tredozio e Dovadola nel 1405, dipoi, nell'anno medesimo, ambasciatore al Legato di Bologna per trattare di lega. Dovè inoltre portarsi al signor di Cortona nel 1406, al Papa nel 1409, a Sigismondo imperatore per congratularsi della sua esaltazione all'impero nel 1413, e finalmente fu eletto sindaco nel 1416 per trattare di pace con i Senesi. Gio-vanbatista fu celebre navigatore sul cadere del secolo XVI; ed al senatore Bernardo, famoso mecenate dei virtuosi, dobbiamo il celebre scultore Giovanni Bologna eh' ei mantenne e fece istruire. -La famiglia Vecchietti, che tuttora sussiste, diè alla repubblica un