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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
2070
Vanni Fucci-Vanto
Vanni Fncci, cfr. Fucci, Vanni.
Vano, lat. vanus, Vuoto, Che nulla ha dentro di sè che lo riempia, Che nulla contiene. Questo agg. trovasi adoperato nella Div. Com. 21 volta: 8 volte nell'Inf. (vii, 52, 79; 5, 103; xvii, 25; xx, 87; xxt, 5; xxviii, 78; xxix, 122), 10 nel Purg. (i, 120; li, 79; v, 97; vi, 32; vili, 7; ìx, 84; x, 22; xm, 151; xxiv, 108; xxxm, 68) e 3 volte nel Par. (vi, 12; x, 17; xxi, 119). 1. Dante definisce :« Vano, cioè senza midolla di verità, senza valore;» Conv. ìv, 15, 77, 136. - 2. Fig. Purg. v, 97, dove vuol dire che l'Archiano sbocca in Arno, e perde perciò il suo nome; Par. xxi, 119, nel qual luogo vano vale Vuoto di bene. - 3. Senza fondamento, Senza sostanza, e quindi anche Inutile; Purg. xxxm, 68. -4. Beni vani, I beni caduchi della terra, per contrapposto ai beni, sempiterni del cielo; Inf. vii, 79. - 5. Vano, detto dell'uomo che è vuoto di tal o tal altro pregio che bisognava; Inf. xxix, 122. -6. In forza di Sost. La parte vuota, Il vuoto, ed è termine relativo che denota il non v'esser nel luogo alcun corpo solido; Inf. xvn, 25. Purg. x, 22. - 7. E pure in forza di Sost., fig., per La parte inutile e difettosa di checchessia; Par. vi, 12. Cfr. Invano.
Vantaggio, prov. avantatge, frane, avantage, spagn. ventaja, portog. ventagem; viene dalla idea generale di Avanti che si commuta colle altre di maggioranza e di utilità. 1. Ciò in che uno vince altro, I soprappiù che esso ha, Superiorità; Inf. xvi, 23. Par. xxvi, 31. - 2. Paragonando cose o pers. tra loro, si scorge in che una superi l'altra, quindi il signif. di Prerogativa, Particolarità favorevole, o sim.; Par. xxvi, 31; cfr. Avvantaggio.
Vantare, prov. vantar, frane, vanter, dal basso lat. vanitare e questo dal lat. vanus, Esaltare, Aggrandir con lode, Celebrare, Magnificare, Dar vanto. Neutr. pass., Gloriarsi, Millantarsi ; Inf. xxiv, 85. Purg. vii, 129.
Vanto, da vantare, Il vantarsi, Vantazione; Inf. il, 25; xxxi, 64. Nel luogo Inf. n, 108 vuol dire che la selva oscura è più tempestosa del mare. I più intendono dell'Acheronte, che al mare non dà tributo, ma cade all'inferno, alla cui riva Dante non era ancora, ma poco lontano. Ma la frase ove il mar non ha vanto significa evidentemente che il mare è meno burrascoso, non già che la fiumana non gli è tributaria. Il Gelli intende di un fiume scorrente tra la selva oscura ed il dilettoso monte, « il quale era tanto impetuoso, per scendere da luoghi alti, che il Poeta dice che il mare non ha vanto, cioè non si può dare il vanto di superarlo e di tempesta e d'impeto. » Dante di un tal fiume non fa il menomo cenno.