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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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27 Galee, e Galeoni, presi bene xi.mila homini, morti piů di 1285. » (Fragm. Hist. Pis. in Murat. Ber. Ital. Script. Voi. xxiv, p. 648). Et 46. galča; capiuntur cum lO.millibiis hominum, et ultra (An-nal. Ptol. Lucens., in Murat. 1. c., voi. xi, pag. 1294). « Rimason per prigioni da undici mila uomini, e funnone menati a Genova » (Cron. di Pisa in Murat. 1. c., voi. xv, pag. 979). De Pisanis vero facta exstitit tanta strages, quod mare rubrum undique appare-bat; et captce fuerunt de galčis Pisanorum xxix. et VII submersce. (Jac. Auriae Annal. Gen. 1. x. in Murat. 1. c., voi. vi, pag. 537). « I Pisani ricevettono infinito dammaggio di perdita di buone genti, che morti e che presi, bene sedicimila uomini, e rimasono prese quaranta galee de'Pisani, senza l'altre galee rotte e profondate in mare.... In Pisa ebbe grande dolore e pianto, che non v' ebbe nulla casa nč famiglia che non vi rimanessero piů uomini o morti o presi; e dall'ora innanzi Pisa non ricoverň mai suo stato nč podere » (G. Vili. 1. vii, c. 92). Secondo un'iscrizione che si legge a Genova sulla facciata di S. Matteo, postavi poco dopo la battaglia, il numero de'prigioni Pisani ascese a 9272 (Canale, Nuova istor. della Bepubl. di Genova, voi. ni, pag. 32). A motivo del gran numero di prigioni si diceva che chi vuol veder Pisa vada a Genova. - Alcuni accusarono Ugolino di esser stato la cagione principale della sventura de'Pisani, essendo fuggito nel calore della mischia per vendicarsi della patria e tradirla. Ma tal fuga č una mera invenzione, nessuno degli storici contemporanei facendone menzione. « Ugolino puň tacciarsi d'inettezza al comando, di tradimento non mai. E n' č prova l'essere stato a quella battaglia colle sue galere, co'suoi vassalli di Sardegna, co'suoi nipoti e figliuoli, uno de'quali, Lotto, vi rimase prigione. Che poi fuggisse č impossibile. Comandava egli il centro dell'armata e per guadagnare la foce dell'Arno eh' era quattordici miglia al disopra, bisognava che passasse sulla linea de'Doria che aveva sgominata l'ala diritta pisana, e certo in quel codardo passaggio vi sarebbe rimasto o prigioniero o affondato. » (Sforza, Dante e i Pisani, nel Propugnatore, voi. n, p. i, pag. 43).- Sconfitti in tal modo i Pisani, i Fiorentini, Lucchesi ed altri Guelfi di Toscana pensarono di ridurre Pisa a parte guelfa, et miserunt Nuntios di Ambasciatores in Januam, asserentes eos velie facere societatem nobiscum ad destructionem, civitatis Pisana; (Jac. Auriae, in Murat. 1. c., voi. vi, pag. 588). Invano i Pisani procurarono di impedire la lega. E in allora essi erano tanti lungi dal sospettare Ugolino di tradimento, che a lui invece affidarono la pericolante patria. Conoscendo troppo bene l'impossibilitŕ di vincere colla forza i nemici di Pisa, Ugolino ebbe ricorso all'astuzia. Donando ai guelfi di Firenze S. Maria in Monte, Fucecchio, Ca-