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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
Ugolin
Ugolin de' Fantolin, cfr. Fantoli.
Ugolino della Crherardesca, chiamato da Dante Conte Ugolino senz'altro, conte di Donoratico, capo dei ghibellini di Pisa, immortalato da Dante Inf. xxxii, 124-xxxnr, 90 (cfr. Gherarde-sca). Di Guelfo della Gherardesca nacque nella prima metà del secolo XIII il famoso Ugolino, conte di Donoratico, padrone di molte terre ne' piani della Maremma e di Pisa, signore della sesta parte del regno cagliaritano e del castello di Settimo. Tolse in moglie Margherita de'Panocchieschi, contessa di Montingegnoli, che gli partorì cinque figli e tre figlie. Si chiamarono i figli Guelfo, Lotto, Matteo, Gaddo, e Uguccione ; le figlie Emilia, maritata a Ildo-brandino conte di Santa Fiora, Gherardesca, donna di Guido Novello de'Conti Guidi di Bagno; la terza, di cui ignorasi il nome, fu sposa di Giovanni Visconti, giudice di Gallura. Guelfo, primogenito di Ugolino sposò la principessa Elena, figlia naturale d'Enzo re di Sardegna, che lo fece padre di quattro figli, Lapo, Errico, Nino detto il Brigata, ed Anselmuccio. Ai tre primi Enzo lasciò in eredità il dominio della Sardegna ed i suoi diritti sulla Luni-giana, sulla Garfagnana e sulla Versilia. Ugolino venne scelto ad amministratore de' fanciulli suoi nipoti e per curarne gli averi si recò nel 1274 nella Sardegna. - I signori della Gherardesca, quelli di Capraia e i Visconti di Pisa avevano largo e assoluto dominio in parecchie terre dell'isola, già avute in feudo dalla Repubblica, alla quale pagavano ogni anno un tenue tributo. Per terminare le continue turbolenze in cui era involto la patria loro, e che recavano grave danno al commercio ed alla navigazione, essi risolsero di mutare in guelfo il reggimento ghibellino. Il disegno andò loro fallito, Giovanni Visconti, genero di Ugolino, venne cacciato di Pisa e dichiarato ribelle, Ugolino stesso imprigionato e costretto a rinunziare nelle mani del podestà quanto possedeva in Sardegna. Liberato Ugolino si rifugiò a Lucca, strinse lega coi Lucchesi e coi guelfi della Toscana, venne ad oste contro la patria, sconfisse i Pisani ad Asciano e al fosso Arnonico e li costrinse a rimettere in patria gli usciti, fra i quali il giovinetto Nino Visconti, figlio di Giovanni e nipote di Ugolino, il cui padre era morto in bando a Montopoli il 19 maggio 1276. Ugolino riebbe i suoi giudicati in Sardegna, promettendo al Comune di pagare il tributo, e seppe cattivarsi la stima de' suoi concittadini per tal modo, che ne venne scelto a capitano generale dell'armata contro i genovesi, coi quali avevano guerra già dal 1282. Nella sanguinosa battaglia navale che ebbe luogo alla Meloria il 6 agosto 1284 fu rotta per sempre la potenza Pisana. « E funno sconfitte le Galee del Comune di Pisa, e prese