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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   tJfleio, Unzio-tghi
   2041
   ragione e giustizia; operando continuamente ciò che salutevole alla sua patria e a'cittadini conoscea. » Più breve e più sobrio Leonardo Bruni: « Dante.... vivendo civilmente ed onesta, e studiosa vita, fu adoperato nella Repubblica assai, e finalmente, pervenuto all' età debita, fu creato de' Priori, non per sorte, come s' usa al presente, ma per elezione, come in quel tempo si costumava di fare. » - Per tacere delle diverse ambascerie attribuitegli dall' infido Filelfo (cfr. Ambascerie di Dante), abbiamo da documenti che il 6 luglio 1295 Dante era membro del Consiglio generale del Comune e nel 14 dicembre dello stesso anno membro del Consiglio delle Capitudini per 1' elezione de' Priori. Nel 1296 fu del Consiglio de'Cento. Ripetute volte il Poeta fece parte del Consiglio delle Capitudini. Nel maggio del 1299 fu spedito ambasciatore al Comune di San Gemignano, col quale fu stabilito un accordo concernente alcuni particolari che riguardavano la Taglia guelfa (cfr. G. Biagi e G. L. Passerini, Cod. diplom. dantesco I). Dal 15 giugno al 15 agosto 1300 Dante sedette tra' Priori della Repubblica Fiorentina (cfr. Priorato di Dante). Nel 1301 il Poeta discusse, due volte, nel Consiglio delle Capitudini e d'altri savi il 14 aprile sopra l'elezione de'Priori e del Vessillifero; ne'Consigli riuniti de' Cento del Popolo e delle Capitudini, e poi di nuovo nel Consiglio de' Cento, il 19 giugno sopra il servizio da farsi al Papa di cento cavalieri e sopra certa commissione data ai Priori dal Comune di Colle; ne'Consigli riuniti de'Cento, del Popolo, del Comune, delle Capitudini e d' altri savi il 13 settembre per provvedimenti intorno agli Ordinamenti di giustizia e agli Statuti del Popolo. Nell'aprile dello stesso anno il Magistrato sopra le vie, le piazze e i ponti della città nominò Dante, soprastante all' opera di allargamento e di raddirizzamento della strada di San Procolo, dal borgo della Piacentina alle acque dell'Affrico, insieme con ser Guglielmo della Piacentina suo notaio e cancelliere. Degli ufici avuti di Dante fuori della patria durante il suo esilio nulla sappiamo di storicamente accertato, tranne la sua ambasciata ai Veneziani negli ultimi di agosto e nei primi di settembre del 1321, attestato dal cronista Villani, il quale afferma (ix, 136) che Dante « morì nella città di Ravenna in Romagna, essendo tornato d'ambasceria da Vinegia in servigio de' signori di Polenta con cui dimorava. » - Cfr. Kraus, 44 e seg.
   Uiiclo, Ufizio, ecc. cfr. Officio, Offizio, ecc.
   Ugnere, cfr. Ungere.
   Ug'Ili, antica, nobile famiglia di Firenze, ricordata Par. xvi, 88. Vili. iv, 12: « Furono antichissimi, i quali edificarono Santa Maria