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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
Uberti
famiglia del quale avea la sua da molti anni rivalità per gelosia di potere. Da questo fatto ne nacque la divisione della città che si schierò in due partiti, i quali presero nome dalle due nemiche casate; ma nel progresso dei civili perturbamenti gli Uberti si schierarono sotto la bandiera imperiale, a cui furono costantemente fedeli. Per modo che nel 1258 ordirono congiura per dar la città in mano del re Manfredi di S ve via; di che accortosi il popolo, corse infuriato alle loro case dove incontrò resistenza accanita. Pure il popolo trionfò, Schiattuzzo Uberti rimase ucciso nella mischia; Neri Caino condotto in prigione fu decapitato, e tutti gli altri furono condannati all'esilio. Manente, detto Farinata, figlio di messer Jacopo guidò le schiere dei ghibellini alla battaglia di Montaperti, e trionfò dei guelfi Fiorentini. Senza la sua grandezza di animo Firenze sarebbe stata distrutta, poiché alla dieta di Empoli « dove sofferto fu per ciascuno di tor via Firenze » egli solo fu che la difese a viso aperto (Inf. x, 97 e seg.). - La battaglia di Benevento, in cui fu ucciso il re Manfredi, ristorò le cose dei guelfi che poterono far ritorno a Firenze: la battaglia di Tagliacozzo e la prigionìa di Corradino peggiorarono talmente le condizioni dei ghibellini, che i guelfi dalle costoro disgrazie fatti più arditi, tutti gli espulsero dalla città. Primi tra gli esuli furono gli Uberti, contro dei quali i bandi di morte e di proscrizioni si andarono di giorno in giorno moltiplicando, a segno che quanti di essi capitarono nelle mani dei Fiorentini finirono tragicamente la vita. Proscritti dalla patria cercarono servizio presso i nemici di lei, molto più dopo che ne videro per sempre chiuso le porte per essere stati esclusi dai benefizj della pace del 1280, nella quale anzi si vollero rinnuovate le condanne di esilio. - Essendo uomini arditi e di gran valore, furono bene accolti nei luoghi a difesa dei quali portarono le armi. Tolosatto figlio di Farinata diventò signore del giudicato di Arborea nella Sardegna nel 1297, ma cacciatone nell'anno appresso, militò per i Pistoiesi e per quanti ebbero guerra coi Fiorentini. Lapo suo fratello servì i Pisani, e fu uno dei dodici ambasciatori fiorentini che si trovarono davanti a Bonifazio Vili nel giorno della sua coronazione. Nel 1311 fu eletto da Arrigo VII vicario imperiale in Mantova, ma poco dopo fu espulso. Vuoisi che scrivesse poesie, le quali trovansi in alcuni codici della Vaticana : ma più celebre poeta fu Fazio suo figlio, l'autore del Dittamondo, poema cli'ei scrisse ad imitazione della Divina Commedia, in cui peraltro la durezza dello stile non è compensata dalla sublimità dei concetti e dalla bellezza della poesia. - La esclusione degli Uberti dalle magistrature, sì nella nuova costituzione del governo del 1282, che in quella di Giano della Bella del 1293, e nell'altra di Baldo
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