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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2017
   notte nel suo laido orrore. Ciò che sembrava amorosa felicità e dolce diletto, torna impetuosa e divorante bufera; il crudele tiranno, che stimava da perenne e prospera fortuna suoi misfatti coronati in trono, sentesi il sangue male sparso bollirgli intorno, e le saette delle sregolate passioni non restano di lacerargli il cuore: l'ingannevole aspetto più non difende l'ipocrita, e l'occhio fatto sano distingue lo smisurato peso della cappa dorata da lui postasi intorno; il felice successo, un tratto ottenuto dal traditore, ricade nel nulla, ed egli irrigidito e nel ghiaccio ravvolto agghiada per la freddura del disamorato cuore. Per la qual cosa l'Inferno altro non è se non adombramento e figura del continuo peccare senza pentimento, e veramente dice Dante: Poeta agit de inferno isto in quo, peregrinando ut viatores, mereri et demereri possumus. - Da! qual pentimento penetrato e dall'orrore della colpa, poggia poi l'Alighieri per malagevol sentiero, che purgandolo d'ogni bruttura, ritornare il debbe al concreato candore. Suoi penosi sforzi a depor l'abito del peccato gli sono il meritato gastigo, il quale con ispe-ranza ed amore tormentando e confortando, quanto più dura, tanto più vigore e coraggio concede da muovere e giungere alla cima del monte. Però il Purgatorio anch'esso è simbolica figura dell'assiduo e costante pentimento; le sue pene non effetto della giusta ira del Signore, ma opportune medicine, con le quali l'infinita misericordia sana ed i suoi eletti conserva alla vita. Accettata di voglia e compiuta che essi abbian l'opera della purificazione, penetra poi la fede con suo lume eterno nei cuori, e sollevali all'intuizione della grazia non circoscritta e della celeste gloria. » - Tale opinione della trilogia psicologica e letteraria di Dante, fu poi modificata da altri e, benché fieramente combattuta, continua ancor sempre ad avere molti aderenti. Infatti le tre fasi dello svolgimento della vita interna e del pensiero del Poeta sono lì nelle sue opere e non ponno negarsi. Quell' uomo che dettava il Convivio non era più il Poeta della Vita Nuova e non era ancora il Poeta della Commedia, si trovava anzi in un periodo di transizione. Cfr. Proleg., 163-266. Dante-Handb., 195-251. Dantolog., 267 e seg. Hettingek, Dante's Geistesgang, Cologna, 1888. Krauss,401 e seg. Colagrosso, Studi di lett. ital., Veron., 1892, p. 13 e seg.
   Trimetro, lat. trimeter e trimetrus, Dicesi di Verso jambico, ossia di tre piedi; Vuìg.EJ. ir, 12, 60, 69; il, 13, 55.
   Trinacria, lat. Trinacria e Trinacris, dal gr. xp£g e àxpov, Nome antico poetico della Sicilia, così detta dai tre proinontorii, Pachino, Peloro, Lilibeo; Par. vili, 67. JEgìog. il, 71.