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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
2014
Trilogia Dantesca
Trilogia Dantesca. Nella prima delle sue Letture sopra la Commedia di Dante, la cui prima edizione venne in luce nel 1554, Giovan Battista Gelli scrisse (Letture, ed. Negroni i, 72 e seg.): « Ritrovandosi Dante fuori de' primi anni della sua puerizia, ne' quali egli era stato instruito e ammaestrato, come siamo stati ancor tutti noi altri, de'principii della fede, e delle altre cose appartenenti a la religion cristiana (secondo però il modo che s'usa per la maggior parte, il quale è piuttosto per via d'istoria, che per via di quella carità e di quello esempio che si conviene a chi vuol esser degno di questo nome cristiano), e dandosi a gli studii di filosofia e delle scienze umane, dove si truovano molte opinioni contrarie dirittamente al lume della fede, cominciò a poco a poco a lasciarsi svolgere e tirare al tutto nella lor sentenzia da quelle; sì per esser quelle molto più secondo il discorso naturale de'l'uomo, che non sono le cose d'essa fede; e sì per essere il costume de'giovani, come scrive il Filosofo nella Bettorica, di credere con facilità, e massimamente quelle cose, che son secondo il sapere e l'ingegno loro, e che mostran che non sieno altre cose, che quelle che possono sapere ed intendere ancora eglino, come qualsivoglia altro uomo e più vecchio e più esperto di loro; per essere ancor similmente costume de'giovani sopportare molto mal volentieri d'esser superati e vinti nelle cose che meritano e onore e lode. E ciò gli avvenne perchè, non avendo egli ancor per rispetto dell'età perfetto l'uso della ragione, e molto manco quel della esperienza, non poteva conoscere quanto facilmente errin gli uomini nelle opinioni e nelle operazioni loro; per il che egli entrò, come ei mostra, senza accorgersene nel laberinto delle varie e diverse opinioni de' savi del mondo, per il quale egli camminò insino a la metà della vita sua. » Lo stesso concetto è ripetuto più volte dal Gelli nelle sue Letture. Ma tale opinione rimase lungo tempo inavvertita, e si può dire quasi sconosciuta, tanto più che le Letture del Gelli erano divenute rarissime e quasi irreperibili. Sul finire del secolo XVIII Gian Giacomo Dionisi rinnovò, modificandolo alquanto, il sistema del Gelli, incominciando a sviluppare il sistema della così detta Trilogia dantesca psicologica e letteraria. Ma anche i lavori del Dionisi rimasero lungo tempo negletti, e quasi sconosciuti, onde si può dire che nessuno si curò di questo nuovo sistema di intendere Dante, finché incominciando dal 1824 il celebre Dantista Carlo Witte, riproducendo quanto aveva scritto il Gelli, rinnovò, amplificò e difese il sistema della Trilogia psicologica e letteraria (cfr. Witte, Dant e- Fo rscli u ngen i, 1-65 ; 141-182, ecc.). 11 suo sistema, compilato possibilmente colle sue proprie parole è in essenza il seguente :