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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   2010
   Tremito • Trenta
   66. - 3. Dell'effetto del terremoto; Inf. ni, 131. - 4. Fig. per Essere debole, Malfermo all'azione; Par. xxx, 25.
   Tremito, lat. tremor, Moto convulso delle membra, e anche de' visceri, cagionato da freddo o da malattia o da paura: Vit. N. xxiv, 3.
   Tremolare, Tremolare, lat. tremiscere, basso lat. tre-mulare. 1. Tremare non di molto, ma frequente; Muoversi con leggiere e fitte scosse; Purg. xii, 90; xxviii, 10. Par. ir, 111; xxv, 80. - 2. In forza di Sost. Purg. i, 117.
   Tremore, lat. tremor, Tremito; Tom. Diz. Sin. 3340: « Tremore è l'atto in sè, più o men forte, più o meno accompagnato da sentimento quando parlasi di corpi viventi. Il tremore dell'aria, il quale si fa nella diffusione del suono, è detto così dal Magalotti per denotare la causa del suono, dove tremito non parrebbe sì proprio. Il tremor della terra è più forte del tremito, e col suono stesso aggiunge l'idea del rumore. Il tremor delle membra è più grave, ma può essere di pochi momenti; dove tremito dice sovente stato morboso. Quello de' vecchi, de' paralitici, degli accidentati, è tremito; quel d'un febbrone, o di paura gagliarda, tremore. Assoluto, dicesi: m'ha preso un tremito, o certi tremiti, intendendo della persona tutta. E anco tremore è quasi sempre di tutte le membra; perchè delle mani sole o della testa, direbbesi, col verbo, che tremano, o il loro tremare, infinitivo sostantivo, o con famigliarità scherzevole tremolio o la tremerella. « Vit. N. xi, 12; xiv, 18; xv, 25; xxiv, 50.
   Tremoto, Tremuoto, cfr. Terremoto.
   Trenta, lat. triginta, gr. xptoty.ovxa, Nome numerale che contiene tre decine; Inf. xxxi, 65. Purg. ni, 139 (nel qual luogo vuol dire che i morti in contumacia della Chiesa devono stare fuori del vero Purgatorio trenta volta il tempo che sono stati nella loro presunzione), Par. xxvi, 122. Assai controverso è il luogo Par. xvi, 38. La gran maggioranza dei cod. ed ediz. legge trenta fiate; alcuni invece (Cass., Petr. Dant., ecc.) leggono tre fiate, e così leggendo Petr. Dant. chiosa: « Dicendo dictus spiritus quod a die admun-tiationis Christi usque ad nativitatem suam, ille pianeta Martis, qui facit cursum suum in duobus annis, ad suum Leonem, idest ad signum Leonis coeleste, quod signum licet sit domus Solis se-cundum Isidorum, tamen cum sit calidum et siccum, ut est ipse pianeta Martis, ideo vocat ipsum suum Leonem ratione convenien-tis natura, venerat 553 vicibus, quod in 1300, quando hoc opus