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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Travedo - Traiano
   1997
   El. il, 12, 39; il, 13, 77. Epist. Cani, § 10 (cfr. Titolo del Poema dantesco). Tragedia chiama Dante l'Eneide di Virgilio Inf. xx, 113 (nel qual luogo tragedia ha l'accento sulla penultima alla greca, come Commedia per Commèdia, Inf. xvi, 128). Buti: « Dice Virgilio che la sua Eneide è alta Tragedia; questo finge Dante per dimostrare che in alto stile è fatta e che si dee chiamare tragedia: con ciò sia cosa che tratti de' fatti de' principi, e comincia dalle cose liete e finisce nelle triste et avverse. Tragedia è poema più nobile che tutti li altri: però che in alto stilo, e tratta della più alta materia che si possa trattare; cioè delli idii e de' re e delli principi, et incomincia da felicità e termina in miseria, et interpretasi Tragedia, canto di becco; chè come il becco à dinanzi aspetto di principe per le corna e per la barba, e dietro è sozzo mostrando le natiche nude, e non avendo con che coprirle; così la tragedia incomincia dal principio con felicità e poi termina in miseria ; e però tra gli altri doni, che si davano a' recitatori della tragedia, si dava il becco. »
   Travedo, lat. tragoedus, gr. TpaycoSóg, Componitor di tragedie; Par. xxx, 24.
   Tragetto e Tragitto, lat. trajeetus, Cammino e anche Passaggio da luogo a luogo; Inf. xix, 129. Far tragitto, vale Trapassare; Inf. xxxiv, 105.
   Traggere, cfr. Trarre.
   Tragico, lat. tragicus, Di tragedia, Appartenente o Conveniente a tragedia; Vulg. El. il, 4, 29, 39, 44; li, 7, 19; li, 8, 53, 60; il, 12, 8, 28, 44.
   Traiano, Marcus TJlpius Trajanus, Imperatore romano, nato il 18 settembre 53 dell'era volgare in Italica presso Siviglia nella Spagna, fu adottato per figlio da Nerva e successore di lui nel-l'impero. Regnò dal 98-117 d. C. (cfr. De la Berge, Essai sur le règne de Trajan, Paris, 1877). È nominato come esempio di umiltà Purg. x, 76, nel qual luogo il Poeta allude ad una leggenda, assai diffusa nel medio evo, la cui sorgente sembra fosse un aneddoto raccontato da Dio Cassio (xix, 5). Un po' diversamente è raccontata la leggenda nel Novellino (Nov. 56), con cui vanno essenzialmente d'accordo gli antichi commentatori : « Lo 'm-peradore Trajano fu molto giustissimo signore. Andando un giorno con la sua grande cavalleria contra suoi nemici, una femina vedova gli si fece dinanzi, e preselo per la staffa, e disse: messer, fammi diritto di quelli eh' a torto m'hanno morto il mio figliuolo.