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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
1994
Traccia - Tradizione
Traccia, prov. trassa, spagn. traza, frane, trace, dal verbo tracciare, derivato questo dal partic. lat. tractus (cfr. Diez, Wòrt. i3, 420). Propriamente Pedata, o Ombra di fiere, e '1 Cammino che fanno le fiere, o. chi le segue. 1. Per Cammino, Viaggio; Par. vili, 118. - 2. Per Truppa che vada in fila, e l'un dietro all'altro; Inf. xii, 55; xv, 33; xvm, 79.
Tracotanza, da coitare per cogitare, quasi lat. ultracogi-tantia (cfr. Diez, Wòrt. i3, 132 e seg.), Insolenza, Arroganza, Pro-sunzione: Inf. vili, 124. Conv. iv, 8, 11, nel qual luogo Dante definisce: « Come questa (la reverenza) è bellezza d'onestà, cosi lo suo contrario è turpezza e menomanza dell'onesto: il quale contrario irriverenza ovvero tracotanza dicere in nostro Volgare si può. »
Tradimento, Il tradire; Inf. xxviii, 81; xxxm, 147. Dante annovera il tradimento tra i peccati più gravi, tanto gravi, che egli li chiama addirittura inumani; Conv. I, 12, 59.
Tradire e Tradere, prov., frane., port. trahir, lat. tradere, Usar frode contra colui che si fida; Procacciar con modi vili e fro-dolenti la rovina di chi crede alla nostra amicizia, al nostro affetto. Dante usa il part. pass, tradito, da Tradire, Inf. xxxiii, 86 ed usa la forma trade da Tradere, Inf. xi, 66; xxxiii, 129. Il lat. tradere è usato per Consegnare, Dare nelle mani a tradimento; Mon. in, 15, 21.
Traditore, lat. traditor, Chi o Che tradisce ; Inf. xxvin, 85 (sul qual luogo cfr. Quel, § 12) xxxii, 110; xxxiii, 8. Purg. xx, 104. Conv. iv, 12, 16, dove Dante definisce che Traditore è colui « che nella faccia dinanzi si mostra amico, sicché fa di sè fede avere, e sotto pretesto d' amistà chiude il difetto della nimistà. » -Occhi traditori, per Seducenti; Son. : « Io maledico il dì ch'io vidi in prima, » v. 2. - Al fem. traditrice; fig. Conv. iv, 12, 22, 29.
Tradizione, lat. traditio, traditionis, propr. Memoria di fatti e cose antiche, tramandata da racconti di vecchi a giovani, d'età in età; Onde si dice Avere o Sapere per tradizione. Senso relig. Tradizioni divine, apostoliche, ecclesiastiche. Memoria delle cose concernenti la religione, le quali non sono nella Santa Scrittura, ma ci sono state tramandate di secolo in secolo, dai tempi degli Apostoli, dai SS. Padri, dai Concilii, dalle istorie della Chiesa. Dante ne parla Mon. in, 3, 39 e seg., 62 e seg., dove scrive : « Post Ecclesialii sunt traditiones, quas Decretales dicunt: qua quidem etsi auctoritate Apostolica sunt veneranda, fundamentali tamen Scriptum postponendas esser dubitandum non est; quum Christus Sacerdotes objurgaverit de contrario. Quum enim interrogassent,