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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
Ombrato • Omo
1367
brare overo adombrare in questo significato). » - Ross.: « Vuol forse significare quando fa ombra. »
Ombrato, Part. pass, da ombrare, Coperto d'ombra, Adombrato; Purg. xxx, 25.
Ombrifero, dal lat. umbrifer, Che fa ombra. E trasl. per Figurativo; Par. xxx, 78.
Omè, O me, cfr. oimè.
Omega, gr. Q piya, L'ultima delle lettere dell'alfabeto greco, che nella ragion metrica è 0 lungo. E in signif. di Fine, Compimento, come Alfa si prende per Principio; Par. xxvi, 17. Cfr. Alfa.
Omero, dal lat. Jiumerus; 1. Spalla; Inf. xvii, 42; xxi, 34. Purg. xxvi, 4.-2. E per II lato; Purg. ìv, 120.-3. Offrire l'omero ad alcuno, per Fargli poggiar le mani sulle proprie spalle, onde sorreggerlo e guidarlo fra le tenebre; Purg. xvi, 9. - 4. E fig. Par. xxm, 65.
Omero, lat. Homerus, gr. Op,Y)pos, Nome proprio del greco poeta, creduto autore dei grandi poemi epici l'Iliade e 1' Odissea. È nominato: Inf. ìv, 88. Vit. N. i, 35; xxv, 63. Conv. I, 7, 74; ìv, 20, 28. De Mon. i, 5, 24; li, 3, 40. Indicato senza nominarlo; Purg. xxu, 101.
Omicida, dal lat. homicida, Uccisore d'uomini. Al pi. anticamente omicidi e omicide; oggidì soltanto la prima forma; Inf. xi, 37, nel qual luogo la lezione omicidi sembra correzione moderna.
Omo, dal lat. homo, Uomo; forma antica; Dante la usò (secondo l'ediz. crit. del Beck, mentre il Witte con tutti i moderni legge sempre uomo) alcuna volta nella Vit. N. xx, 22; xxm, 136; xxxi, 92 ; xli, 50. Indubbio è, che Dante scrisse omo e non uomo nel luogo Purg. xxm, 32, alludendo (senza accettarla nè rigettarla) all'opinione dei teologi e predicatori mistici del medio evo, i quali credevano che Dio avesse scritto di proprio pugno le parole HOMO DEI sul viso dell'uomo. Un contemporaneo di Dante, Bertoldo di Ratisbona (n. verso il 1220, m. 13 decembre 1272), predicava a'suoi fedeli (Predigten ed. Ivling, Beri., 1824, p. 305 e seg. ed. Pfeiffer, Vienna, 1862, I, p. 404): « I due occhi sono due O; un'il non è una vera lettera alfabetica e non serve a mutare il fatto, onde si può leggere Homo anche senza YH; le sopracciglia col naso formano una bella M; l'orecchio è una bella D ; le due narici formano una