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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Veli., Boi., Vent., Fanf., Bennass., Kanneg., ecc. 11 Varchi (Lez. I, 323): « Se io di Dante, cioè d'uomo mortale, composto d'anima e di corpo, era diventato quello solamente che m'avevi fatto tu, cioè tutto fuoco e tutto ardente di carità e di desiderio delle cose divine, ed in somma, s'io era trasumanato, cioè d'umano fatto divino, perciocché quegli che si danno alla contemplazione, lasciato il corpo e tutte le cose umane, pensano allo spirito solamente ed alle cose divine. E disse creasti, il che propriamente significa generare alcuna cosa di nonnulla, perchè quando si passa dai vizi alle virtù e dalla vita attiva alla contemplativa, si può chiamare in un certo modo creazione, essendo quasi come rinascere, passandosi da un abito contrario all'altro, ed in somma rinnovandosi e quasi vestendosi, come dice la Scrittura divina, un nuove uomo; disse novellamente, per dimostrare che allora e non prima, cioè quando venne la grazia illuminante, s'era convertito in fuoco ed alzatosi contemplando verso il cielo, e tutto aveva fatto tenendo affisate le luci in Beatrice, cioè mediante lo studio della Scrittura santa. »-Evidentemente Dante allude alle parole di S. Paolo, II ad Corinth. xii, 2: « Scio hominem in Christo ante annos quattuordecim, sive in corpore nescio, sive extra corpus nescio, Deus scit, raptum eius-modi usque ad tertium caelum. » Vuoi dunque dire il Poeta che non sa se era in corpo ed anima o soltanto in anima infusa da Dio nel feto già formato, dunque creata novellamente, cioè da ultimo ; cfr. Purg. xxv, 61-78. Ronchetti, Appunti, 124 e seg. Com. Lips. i, 16.
   Novello, dal lat. novelìus, Recente, Recentemente nato, Recentemente fatto, sorto, apparito di nuovo. Voce adoperata nella Biv. Com. 19 volte: 3 n eWInf. (xxv, 139; xxxm, 88, 89), 8 nel Purg. (vi, 17; x, 96; xix, 56; xxv, 99; xxviii, 86; xxix, 60; xxxm, 143, 144) e 8 volte nel Par. (vi, 106; xii, 47; xiv, 73, 90;xvn, 80; xxiv, 97; xxx, 58; xxxi, 26). Da notarsi: 1. Novello, detto d'una persona o d'una cosa, che ha della somiglianza con un'altra persona o cosa; Inf. xxxm, 144. - 2. Per Non mai più veduto; Purg x, 96. - 3. Cans. : «Voi che, intendendo, il terzo Ciel movete,» v. 60: Diletta mia novella, può intendersi diletta sost. e Nuova figlia del mio pensiero diletta a me; e può Novella mia, come La mia prima (figliuola), Il mio maggiore, ecc. - 4. Come sost., quasi soprannome per distinguere persona o famiglia; Purg. vi, 17.
   Novello Alessandro, dal 1298 al 1320, cfr. Pastore.
   Novello, Curio; cfr. Carlo II d'Angiò.
   Novello, Federico; cfr. Federico, § 4.
   80. — Enciclopédia dantesca.