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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
Nodoso - Noi
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5. Solvere il nodo d'un peccato, per Purgarlo con pena; Purg. xvi, 24. - 6. Solvere il nodo del dovere, fig. per Liberarsi del debito che incombe, ecc.; Purg. xxm, 15. -7. Solversi d'un nodo, per Liberarsi da un dubbio, e sim.; Par. vìi, 53.-8. Nodo, per Un piccolo numero di soldati raccolti e serrati insieme, Drappello; detto fig. Purg. xxix, 133, nel qual luogo Dante chiama Nodo l'unione di tutte quelle vedute cose, cioè tutto quel gruppo intorno al mistico carro, del quale fin qui ha trattato. - 9. Nodo, per Una combinazione di oggetti; Par. xxxiii, 91, dove Nodo è chiamata L'unione di sostanza ed accidente ; cfr. Thom. àq., i, 4, 2. - 10. Nodo del collo, vale la Congiuntura del capo col collo ; Inf. xxx, 28, sul qual luogo Caverni, Voci e Modi, 89: « Contendono i commentatori, perchè non vogliono chiamare a interprete il popolo. Egli direbbe loro addirittura che il nodo del collo è la congiuntura del capo col collo, è più particolarmente la parte di dietro in quella sporgenza ossea fatta dalle prime vertebre cervicali. Così vive son le frasi Fiaccarsi il nodo del collo, Finirsi il nodo del collo. Che per nodo del collo poi, in queste frasi, intendasi il luogo detto di sopra, deducesi da questo: che quel punto del midollo, che risponde all'atlante è sensibilissimo, e induce compresso repentinamente la morte. Per esser poi quel nodo caro quanto la vita stessa, Rifinirsi il nodo del collo vuol dire Rifinirsi in ciò eh'è necessario alla vita. In quel punto del collo, cioè dalla parte di dietro, e non come alcuni dicono da quella davanti dov'è l'osso ioide o il pomo d'Adamo, quella infuriata ombra infernale azzannò Capocchio. » Infatti il Poeta aggiunge subito che Capocchio cadde subito a terra in modo da grattar il ventre al fondo sodo ; fu dunque addentato dalla parte posteriore del collo.
Nodoso, dal lat. nodosus, Nocchioso, Pieno di nodi; Inf. xiii, 5.
Noè, dall'ebr. ,~1ÌJ e !ÌJ, che vale Quiete, Riposo, gr. Nws, lat.
Noe, secondo la mitologia ebraica (cfr. Genes. v, 28-x, 32) il secondo ceppo della stirpe umana, solo salvato dalle acque del diluvio coi suoi tre figli e le loro mogli. I suoi figli furono Sem, Cam e Iafet, il primo capostipite degli Asiati, il secondo degli Africani, il terzo degli Europei. È ricordato Inf. iv, 56. Par. xn, 17 Vulg. El. i, 7, 50.
Noi e Nui (quest'ultima forma soltanto in rima, Inf. ix, 20), Voce di maggior numero del pronome Io nel caso retto, e degli obliqui di tutti e due i generi. Dal lat. nos. La voce occorre naturalmente nelle opere volgari di Dante quasi ad ogni pagina, e cime soggetto del verbo (Inf. in, 16, 77; v, 92, 95, 127; vi, 3 4, 11?; vn. 100; Vili,