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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Niobe- Nipote
   1831
   che n'era più degno di lui; e mandata a quello delli Ubaldini, anche la rifiutò e rimandolla a messere Ubaldo et a lui rimase; e così seppe lo imperadore chi erano stati tutti e tre, et ebbeli molto cari et onorolli molto. Questo Giudici Nino ebbe per donna madonna Beatrice marchesotta da Este, et ebbe di lei una filliuola che ebbe nome madonna Gioanna, e fu donna di messere Riccardo da Camino di Trivigi; e morto Giudici Nino, la ditta sua donna Beatrice si rimaritò a messer Azo de' Visconti da Melano. E per questa donna ebbeno li Visconti da Melano le case de le taverne di Pisa et altre possessioni che sono in quello di Pisa, che funno di Giudici Nino : imperò che madonna Gioanna moritte inanti a madonna Beatrice sua madre sensa filliuoli; unde l'eredità sua venne a la madre la quale ebbe figliuoli di messer Azo di Melano, e così cadde l'eredità ai Visconti di Melano. » - I commentatori successivi non aggiungono nulla di nuovo.
   Niobe, gr. Nió[5y], Personaggio mitologico, figlia di Tantalo e di Dione, moglie di Anfione re di Tebe, la quale, superba della sua discendenza dagli dei, della sua bellezza, ricchezza e potenza, e specialmente della sua numerevole figliuolanza (7 figli e 7 figlie), osò avanzare la pretesa, che a lei piuttosto che a Latona dovessero i Te-bani sacrificare. Per vendicarsi Latona inviò i suoi figliuoli Apollo e Diana, i quali a colpi di frecce uccisero tutta la famiglia di Niobe, ond'ella, resa stupida dal dolore, fu tramutata in una statua; cfr. Ovid., Met. yl, 146-312. Hom., lì. xxiv, 602 e seg. È ricordata come esempio di superbia punita, Purg. xii, 37-39.
   Nipote e Nepote, dal lat. nepos, nepotis: 1. Il figliuolo o La figliuola del fratello o della sorella; Purg. xix, 142.- 2. Figliuolo o Figliuola del figliuolo o della figliuola; Inf. xvi, 37. Purg. in, 113. - 3. Nel luogo Purg. xiv, 58 non è accertato se la voce nepote sia intesa nel primo senso o nel secondo. Si parla ivi di Ful-cieri da Calvoli o Calboli, podestà di Modena nel 1306 (cfr. Murat., Script, xv, 568), alludendo a quanto racconta il Villani, vili, 59: « Nell'anno 1302, essendo fatto podestà di Firenze Folcieri da Calvoli di Romagna, uomo feroce e crudele, a posta de' caporali di parte nera, i quali viveano in grande gelosia, perchè sentivano molto possente in Firenze la parte bianca e ghibellina, e gli usciti scriveano tutto dì, e trattavano con quegli ch'erano loro amici rimasi in Firenze, il detto Folcieri fece subitamente pigliare certi cittadini di parte bianca e ghibellini; ciò furono, messer Betto Gherardini, e Masino de' Cavalcanti, e Donato e Tegghia suo fratello de' Fini-guerra da Sammartino, e Nuccio Coderini de' Caligai, il quale era
   85. — Enciclopedia dantesca.