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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Xiccola Acciainoli-Niccolao
   dato o promesso gli fosse, si dice: e' nicchia, e' pigola, e' miagola, e' la Iella, e' tentenna, o vero: si dimena nel manico, si scontorce, si divincola, ecc. » In questo significato preciso trovasi usato ne'due luoghi seguenti del Davanzati: Germanico andò all'esercito di sopra, e fece giurare le legioni seconda, tredicesima e sedicesima incontanente; la quattordicesima nicchiò (Annali, i, 37); e nelle Storie (ìv, 31): « I soldati vecchi nicchiano. » E qui nicchiare crederei che venisse no da nicchiare raccogliersi e ristringersi come in una nicchia, ma da nicchiare, Sonare la nicchia; e il suono interrotto tremolante e incerto ch'esce soffiando in lei, darebbe ragione de' traslati diversi dinotanti indugio e incertezza dichiarati dal Varchi. » Del resto nel verso dantesco la lezione è alquanto dubbia. I più hanno veramente si nicchia; ma il siniccliia dei codd. come è da leggersi? Parecchi codd. hanno s'annicchia, altri s'innicchia, e qualche testo ha s'invicchia. Il Cast. : « Sentimmo e dallo sbuffare e dal battersi con le palme gente essere innicchiata nell'altra bolgia; cioè essere riposta, come si ripone una statua in un nicchio, cioè in un luogo cavo. Nè so come alcuni vogliano che Nicchiare significhi lamentarsi con voce bassa, essendo cosa vie più che manifesta che cosa sia nicchio. »
   Niccola Acciainoli, cfr. Acciaiuoli.
   Xiccolao, il santo, vescovo di Mira in Licia, venerato dalle due Chiese, orientale ed occidentale, ma della cui vita si sa ben poco, il suo nome appartenendo piuttosto alla leggenda che alla storia; cfr. Fabric., Bibl. Gr. ed. Ilari, x, p. 298; xi, p. 292. Tillem., Memoires, vi, p. 760, 765, 952. È nominato come esempio di larghezza Purg. xx, 32.-Il Brev. Boni, ad 6 Decemb. : « Nico-laum, illustri loco Pataras in Lycia natum, parentes a Deo precibus impetrarunt. Cujus viri sanctitas quanta futura esset, jam ab incu-nabulis apparuit. Nam infans, cum reliquos dies lac nutricis fre-quens sugeret, quarta et sexta Feria semel dumtaxat, idque vesperi, sugebat; quam jejunii consuetudinem in reliqua vita semper tenuit. Adolescens, parentibus orbatus, facultates suas pauperibus distri— buit. Cujus illud insigne est Christian® benignitatis exemplum: quod, cum ejus civis egens tres filias jam nubiles in matrimonio collocare non posset earumque pudicitiam prostituere cogitaret, re-cognita, Nicolaus noctu per fenestram tantum pecunia} in ejus do-mum injecit, quantum unius virginis doti satis esset; quod cum iterum et tertio fecisset, tres illee virgines honestis viris in matri-mouium datse sunt. Cum vero se totum Deo dedisset, in Palsestinam profectus est, ut loca sancta viseret et praesens veneraretur. Qua in