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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Neve, dal lat. nix, nivis, Aggruppamento di cristalli d'acqua diacciata, formatosi nell'alto dell'atmosfera in seno alle nubi. I cristallini d'acqua infeltrandosi costituiscono quelle larghe falde bianche le quali cadendo in inverno son chiamate flocchi di neve; Inf. vi, 10; xiv, 30; xxviii, 58. Purg. xxi, 46; xxix, 126; xxx, 85. Par. il, 107; xxxi, 15; xxxm, 64. Conv. iv, 7. 46. Giova notare che la voce Neve si trova adoperata nella Div. Com. 9 volte, cioè tre volte in ognuna delle tre Cantiche.
   Nicchiare, propriamente significa Quel cominciarsi a rammaricare pianamente, che fanno le donne gravide, quando comincia ad accostarsi l'ora del partorire. Non da Lamenticulare, nè da Nic-tare, ma da Nili, Eniti, Enixa, Nixari; o dal ristringersi che fa la persona in sè per dolore, e acchiocciolarsi. N. pass. Per semplicemente Dolersi, Rammaricarsi; Inf. xviii, 103. Buti: « Nicchia, cioè piagne. »-Tomm., Diz. Sin., num., 2013: « Nicchiare, per dolersi, non mi capacita ; sia detto con pace del Buti e della Crusca. E la gente che in Dante si nicchia è quella stessa che s'accoscia tuffata in quel che sapete, e bisogna che alzi il viso perchè il poeta la raffiguri. Poi, anche grammaticalmente, cioè logicamente, la formazione del verbo non mi persuade quando avesse il significato di sentirsi male, e peggio ancora di menar guai. Dunque la gente che si nicchia è gente che si rannicchia, ma un po' meno. E questo, nel figurato, gli è un voler scansar il male col raccogliersi in sè medesimi ; il che non toglie che facciano atti di dolore altresì. So che la donna del Gelli non può fare di sè nicchia perchè ha dentro la statua viva, ma si contorce per i dolori che sente; e il nicchiare della donna può, anzi deve essere quello che ora volgarmente si dice friggere, sentire, cioè i primi dolori del parto. » - Caverni, Voci e Modi, 88: « Il nicchiare della donna del Gelli è propriamente ponzare, e nicchiare per Ponzare, Ansare di grande fatica, è vivo nel contado di Pistoia. Del resto, benché creda anch'io che nicchiarsi nel luogo dantesco citato valga nuli'altro più che rannicchiarsi, nonostante non direi che nicchiare non potesse anche valere Lamentarsi, Dolersi, perchè dolendosi e lamentandosi l'uomo talvolta si contrae e si rannicchia. Così nicchiare a pan bianco, com'è nelle commedie del Cecchi, mi pare sia bene inteso dal Fiacchi (Dei Proverbi toscani, Fir., 1820, p. 74) : Lamentarsi del bene stare, o dolersi di gamba sana come altrimenti si dice. Ma nicchiare ha un altro significato da quello di lamentarsi. « Ogni volta, » dice il Varchi, « che ad alcuno pare aver ricevuto picciolo premio d'alcuna sua fatica o non vorrebbe fare alcuna cosa, o dubita se la vuol fare o no, mostrando che egli la farebbe, se maggior prezzo