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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200
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Mutuo, dal lat. mutuus, Scambievole, Reciproco; Par. xii, 63; xxii, 24.
Muzio, Caius Mucius Cordus, giovane romano leggendario, il quale, durante l'assedio di cui Porsenna avea cinto Roma, penetrò col consenso del Senato nel campo nemico e fin dentro la tenda del re Etrusco per ucciderlo e liberare così la patria dall'imminente rovina. Avendo per isbaglio colpito il segretario di Porsenna ed essendo preso e minacciato di morte, pose la mano sopra un braciere ardente, quasi per punirla del commesso errore, e la lasciò bruciare. Avvertì quindi Porsenna, che trecento giovani romani avessero giurato di penetrare nel campo per ucciderlo; onde dovesse guardarsi, chè, sebbene fosse sfuggito al pugnale del primo, non isfuggirebbe così facilmente a quello del secondo, del terzo, ecc. Spaventatone, Porsenna lo mise in libertà e si affrettò a concludere la pace, onde il giovane, che da quindi innanzi ebbe il nome di Sccevola, ebbe la gloria di aver contribuito alla salvezza di Roma; cfr. Tit. Liv., Hist. il, 12 e seg. Val. Max., Memorab., c. 12. Senec., Epìst., 66. Oggidì il racconto è generalmente ritenuto per tradizionale, leggendario, favoloso; al tempo di Dante non si dubitava della storicità del fatto, onde Muzio è ricordato dall'Alighieri Par. iv, 84. Conv. iv, 5, 85. De Mon. n, 5, 85.
N
Nabuccocloiìosor, dall' ebr. tfN.HD'DJ e più raramente
; i LXX: napoux,osovóoop, e Na,3oi>;i(G5ovóaopos in Be-
rosio (ap. Ios., c. Ap. i, 20, 21), e NapoxoSpóaopos presso Strabone (xv, 1, § 6); la volg. Nabuchodonosor ; il Diodati più conformemente alla voce originale Nebucadnezar; nei documenti di Babilonia abbiamo Nabu-liudurri-usur, che vale « Nebo, proteggi la corona » (sopra altre etimol. cfr. Gesenius, Thesaurus, p. 890) ; Nome del re di Babilonia che distrusse Gerusalemme e menò i Giudei nella cattività di Babilonia. È nominato Par. iv, 14, con allusione al racconto del sogno dimenticato dal re, e poi indovinato e spiegato dal profeta Daniele (cfr. Daniel., ii, 1-45).
aiade, lat. Naiades, dal gr. Na'té&ss (anche Nvj'taSsg e Nat-§££), Ninfe, che secondo la favola presiedevano alle fonti; Purg.