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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Morte
   1289
   Petr. Dani., Cass., ecc., taciono. - Bocc.: « La morte dell'anima, perciocché quella del corpo, la quale è la prima, essi l'hanno avuta. Accomandano adunque la seconda, credendo per quella le pene che sentono non dovere poscia sentire. Ma i nostri teologi tengono, che quantunque essi la spiritual morte domandino, non perciò potendola avere, la vorrebbono, perciocché per alcuna cagione non vor-rebbono perdere 1' essere. Deesi adunque intendere, li dannati chiamar la seconda morte, siccome noi mortali spesse volte chiamiamo la prima; la quale se venir la vedessimo, senza alcun dubbio a nostro potere la fuggiremmo. 0 puossi sporre così: tiensi per li teologi essere più spezie di morte, delle quali è la prima, quella della quale tutti corporalmente moiamo: la seconda dicono che è morte di miseria la qual veramente io credo essere infissa ne'dannati, in tanta tabulazione e angoscia sono: e questo è quello che ciascun dannato grida, non dimandandola, ma dolendosi.» - Benv.: « Quasi dicat: quod quilibet vellet iterum mori, si posset, ut, scilicet, pcena fini-retur, sed anima immortalis mori non potest. Nec dicas, sicut aliqui dixerunt, quod autor vocet hic secundam mortem diem judicii; nam damnati talem mortem non vocant, nec optant sibi, qua augebit et duplicabit sibi pcenam. De qua tali morte loquitur Augustinus de Civitate Dei, dicens : prima mors, scilicet corporalis, nolèntem animam, separai a corpore; secunda mors, scilicet seterna, no-lentem animam retinebit in corpore, scilicet post diem judicii. Et intellige quod damnati optant mortem contra naturalem appetitum, urgentibus poenis. » - Buti: « Qui si dubita quello che 1' autore intendesse per la seconda morte, e quanto a me pare che l'autore intendesse della dannazione ultima, che sarà al giudicio: imperò che per invidia vorrebbon già eh' ella fosse per avere più compagni, però che la prima morte è la dannazione prima, quando l'anima partita dal corpo è dannata alle pene dello inferno per li suoi peccati. La seconda è quando al giudicio risuscitati, saranno dannati ultimamente l'anima col corpo insieme; e questo ciascun grida, perchè ciascun vorrebbe come disperato, che già fosse l'ultima dannazione. Altrimenti si può intendere della annullazione, dicendo che la prima morte sia la dannazione dell'anima, quando si parte dal corpo; la seconda morte sarebbe, quando l'anima fosse annullata. » -An. Fior. : « Egli è da sapere che '1 maggiore dono che Iddio abbi fatto alla creatura, è l'essere; et questo tale essere non è niuna altra cosa per la quale gli uomini volessono non essere (et questa è oppenione di Teologi), eziandio quelli che sono in Inferno: et l'Autore dice che elli chiamono la seconda morte, cioè la morte dell'anima; et questo pare contradire a quello eh'è detto di sopra. Puossi così rispondere, che l'Autore intese la seconda morte, cioè