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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   1270
   Monarchia, De
   C. Il De Mon. fu scritto al tempo della discesa in Italia di Arrigo YII imperatore. Questa opinione è la più antica ed anche la la più diffusa sino al giorno d'oggi. Gli argomenti sui quali si fonda sono: 1. Il Boccaccio lo afferma positivamente, nè vi sono ragioni sufficienti a giustificare il dubbio sulla verità di quanto egli afferma. E verissimo che il Boccaccio lo afferma positivamente; ma su qual fondamento? Questo è ciò che s'ignora. -2. Per 1' appunto nel tempo della discesa di Arrigo VII in Italia le condizioni politiche erano tali da indurre facilmente un uomo quale era l'Alighieri a trattare di proposito l'argomento al quale è dedicato il De Mon. Non si può dubitarne; ma le condizioni politiche dell'Italia erano su per giù tali anche prima e dopo la discesa del Lussemburghese, onde 1' argomento non ha altro valore che quello di maggiore o minore probabilità.
   D. Il De Mon. fu scritto nella seconda metà del 1300. Di questa opinione pare che siano Guido Levi (Arcliiv. delia Soc. Bovi, di storia patria, voi. v, Roma, 1882, p. 409 e seg. 429) e Pasquale Papa (Appendice alla Storia della Lett. italiana del Bartoli, voi. v, p. 337 e seg.). Campione di essa è attualmente il Grauert (Zur Dante-Forschung, p. 28 e seg.) il quale vuole che Dante scrivesse il De Mon. in difesa dei diritti dell'imperatore Alberto d'Austria, dopo che Bonifazio Vili adì 15 maggio 1300 ebbe scritto a Firenze di non potere nè volere ammettere ed approvare l'elezione di Alberto d'Austria, onde l'impero sia da considerarsi come tuttora vacante. Non è però molto probabile, che Dante si facesse paladino di que\V Alberto Tedesco da lui sì fieramente biasimato, ed il ripiego, che le parole « sicut in Paradiso Comediie iam dixi » (De Mon. i, 12, 26) siano aggiunte dal Poeta in una seconda edizione del suo lavoro (Grauert, p. 30) non persuade. Ma il Grauert (p. 28 e seg.) ci assicura che ogni dubbio cesserà, pubblicati che saranno i nuovi materiali relativi da lui raccolti, onde conviene sospendere il giudizio e confessare che la questione sul tempo in cui fu scritto il De Mon. non e ancora decisa. Oltre i lavori già citati cfr. Fraticelli, Opere Min. di D. n, 257-76. C. Antona-Traversi, Sul tempo in che fu scritta la Mon. di D., Napoli, 1878. Dante in Gemi, n, 317 e seg. Proleg. 308 e seg. Dante-Hondbuch, 331 e seg.
   III. Scopo. Il De Mon. è uno scritto d'occasione, dettato nell'intendimento di difendere i diritti dell'Imperio contro le pretensioni del Papato. La questione, quale avvenimento indusse l'autore a dettare questo trattato è identica coli'altra, concernente il tempo in cui il trattato fu scritto, quindi anch'essa non ancora decisa. L' autore stesso poi dichiara, essere suo intendimento di conferire