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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume II - M-Z
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1899, pagine 2200

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a cura di Federico Adamoli

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   Molle - Molto
   1263
   senso più grave che comunem. oggidì, e indicava cagione di più gravi dolori; Inf. x, 27; xiii, 108; xxviii, 130. Par. xvii, 130. Nel luogo cit., Inf. xiii, 108. Molesta vale senza dubbio Molestata, cioè dalla sua spoglia, dal corpo, chè appunto perchè le anime dei suicidi se ne credettero molestate, si privarono del corpo. Alcuni intendono invece : Moleste al corpo, del quale le anime violentemente si privarono. Ma quelle anime si privarono del corpo perchè lo ritenevano molesto ad esse, non esse moleste a lui. - Buti: « Dell'ombra sua molesta, cioè dell'anima sua appenata e rincresce-vole di vederlo; imperò che tutta volta 1' arà in odio. Et è da notare che qui parla l'autore come poeta; imperò che una cosa dice e un'altra intende: imperò eh' elli intende che resurgeranno come li altri, secondo che tiene la santa Chiesa; ma finge questo per convenienzia di pena al lor peccato, intendendo che strascinare sia portare la cosa malvolentieri, come faranno quelli desperati, che sempre avranno lo lor corpo in odio; e dice che saranno appiccati ciascuno al pruno; cioè all'asprezza e crudeltà dell'ombra sua molesta; cioè dell'anima sua che sempre sentirà dolore d'aversi disperato. » - Ross.: « Molesta, cioè molestata, tormentata. Così desto, calpesto, ecc. per destato, calpestato; e mostro ed orbo per mostrato ed orbato, con cento altri. »
   Molle, dal lat. mollis: 1. Asperso d'acqua o di altro liquore, Umido, Bagnato; Inf. xxx, 66; xxxii, 46. Purg. i, 102; xxi, 36. -2. Tenero; Inf. xxv, 111.-3. Facile a piegarsi all'altrui volontà; Inf. xix, 86. - 4. Morbido, Delicato, Effeminato; Purg. xxiv, 124. Par. xix, 124.
   Molta, lezione di alcuni testi e della Cr. nel luogo Purg.Yil, 99. Cfr. Multa.
   Moltiplicato e Moltiplicato, dal latino multiplicatus, Part. pass, e Agg. da moltiplicare, Accresciuto d'unità parecchie il numero o la quantità; Par. il, 137; x, 85. Conv. IV, 9, 83.
   Moltitudine e Mnltitndine, dal lat. multitudo, Numero copioso, Gran quantità; Conv. iv, 5, 80.
   Molto, dal lat. multum, Avv., Agg. e Sost., Voce che si trova sovente nelle opere di Dante. Nella Biv. Com. è adoperata 95 volte: 34 nell'In/., 25 nel Purg. e 36 volte nel Par. Il citare tutti questi 95 passi non avrebbe qui veruno scopo. Ci limitiamo quindi a notare alcuni degli usi principali.