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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169
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Becchetto, si disse la Fascia del cappuccio, che usavasi an-ticaniente. Forse è un Diminut. di becca, che vale Banda o Striscia di seta, o d'altro, che portavasi al collo, o attraverso al petto, a modo di ciarpa; e si disse così anche una cintola, per lo più di taffettà, da legare alla vita le calze all'antica, ossia i calzoni. Forse dal lat. vitta. Nel luogo Par. xxix, 118 pare che per becchetto s'abbia da intendere la punta del cappuccio. « All'età del Poeta il cappuccio finiva in punta, detta becco per alcuna similitudine col rostro degli uccelli; che anche al giorno d'oggi si chiamano Tre-beccanti que' Begolari che hanno il cappuccio a tre becchi;»Dio».-« Questo becchetto s'intende l'ultima e suprema parte della imaginazione umana che si leva in su per superbia, pensando et estimando da sè dire quello che dice, e reducendo quella gloria a sè e non a Dio; » Buti. - « In bechecto, idest, sub cappa; » Serrav.
Beccio da Caprona, fu, secondo alcuni commentatori (Petr. Dant., An. Fior., ecc.), l'uccisore di Farinata figlio di Marzucco degli Scornigiani di Pisa, del quale si fa menzione Purg. vi, 17. Cfr. Pisa, quel da.
Becco, da bec, antichissima voce celtica, come attesta Svetonio, la quale significava il rostro de' gallinacei (il Diefenbach lo raccosta a picco) ; 1. La parte ossea della bocca degli uccelli, detta anche Rostro ; Inf. xv, 72. Purg. xxxil, 44. Par. xx, 29, 44. Anche nel luogo Inf. xvii, 78 la voce becco è da prendersi in questo senso, come fanno Lan., Buti, ecc., mentre Petr. Dant., Cass., Benv., ecc. danno qui a becco il significato di capro; ma l'arme della famiglia Buiamonti portava tre teste d'aquila, non già tre capri; cfr. Buia-monti. - 2. Dar di becco in checchessia, vale Batterlo col becco, e anche Divorarlo col becco; Purg. xxm, 80.
Becco, dal lat. barb. buccus (e questo d'origine incerta; cfr. Diez, Wòrt. ii3, 9 e seg.), Il maschio della capra domestica, Capro; Inf. xxxii, 50.
Beda, soprannominato Venerabilis, celebre teologo e filosofo del medio evo, nominato Par. x, 131. Nacque l'anno 674 a Northum-berland e fu educato nel monastero di Weremouth, nel quale entrò a sette anni. Da Weremouth si trasferì al vicino monastero di Girvy, dove nel 693 fu fatto diacono e nel 702 presbitero. Passò la sua vita nel chiostro, dedicandosi con zelo indefesso agli studi ed a lavori letterari. Morì il 26 maggio 735 e fu sepolto a Girvy; ma più tardi le sue ossa furono trasportate a Durham. Scrisse commenti di quasi tutti i libri della S. Scrittura, che furono tenuti in gran pregio nel