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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169

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a cura di Federico Adamoli

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   Beatrice
   tutti abbiano attinto direttamente o indirettamente al Bocc.; ma è certo altresì che il Bocc. non inventò di sua fantasia, anzi attinse egli pure alla già vivente tradizione. E chi può sapere se l'autore del Comm. di Petr. Dant., quale si legge nel cod. Ashburnh., abbia attinto al Bocc., o, indipendentemente da lui, egli pure alla tradizione ? Ma questa tradizione è essa fondata sui fatti? Si sapeva ancora chi fosse stata l'amante della gioventù di Dante, dopo che egli fu sbandito e maledetto dalla patria? Lo si sapeva prima, se egli si dava tanta premura di non rivelare il suo segreto? Quando si cominciò a chiedere, chi fosse stata nel secolo la donna divinizzata da Dante? Senza dubbio soltanto dopo la sua morte, quando la Div. Coni, cominciò a salire in fama. Ma allora, chi poteva ancora saperlo, gli attori della scena non essendo più? Non potrebbe la sorgente della tradizione essere semplicemente il vanto infondato di chi voleva trovare nella propria famiglia la donna, della quale Dante disse quello che mai non fu detto d'alcuna? E nelle opere di Dante abbiamo noi qualche indizio che serva a rendere verisimile la tradizione? Viceversa! Se non avessimo che le opere sue, è certissimo che nessuno avrebbe mai sognato di identificare la sua Beatrice colla Portinari nei Bardi. Dalla Vit. N., dalle Poes. ìir., dal Conv. e dalla Coni, sembra risultare fuor d'ogni dubbio che la donna della sua mente non era, come i Portinari, vicina di casa di Dante; che egli fu da lei riamato (se così non fosse, come mai avrebbe egli scritto il verso Inf. v, 103, la cui sentenza è dimostrata fal-sissima dall'esperienza?); che ella non morì appena qualche mese dopo la morte del padre; che non andò mai a marito, ma morì nubile; finalmente, che nella vita reale poteva avere qualsiasi altro nome, eccettuato quello di Beatrice. Ad onta della tradizione pare quindi doversi concludere, che la Beatrice di Dante fu una fanciulla fiorentina, della quale s'ignora il vero nome di battesimo, il casato, le condizioni di famiglia, tutto insomma che non si trovi accennato nelle opere di Dante. Cfr. i nostri lavori Abhandl. ùber D., Frankf., 1880, p. 127 e seg. Convivio di Siracusa num. 4 del 30 marzo 1883. Dante in Gemi, n, 326 e seg. Proleg., 191 e seg. D.-Handb., 184 e seg. Giorn. dant. i, 97 e seg. Inoltre: A. D'Ancona, Vit. N., 2a ediz., Pisa, 1884, p. 77. M. Scherillo, Quattro saggi di critica letteraria, Nap., 1887, p. 61 e seg. Diaconis, Nuova ricognizione, Udine, 1887, p. 70 e seg. E. Koeppel, Ist Bice Portinari Dante 's Beatrice ? nella Zeitschrift fur rom. Philol., 1890, xiv, p. 169 e seg. I. Sanesi, La Beatr. di D. nel Giorn. Dant., i, 289 e seg. F. Ronchetti, Beatrice Portinari nei Bardi, ivi, i, 330 e seg. A. S. Kok, Dante's Beatrice, estratto dal giornale olandese De Gids, 1894, num. 4 (opusc. di 20 pag.).