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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169
198
Beatrice
III. Fu la Beatrice di Dante persona reale ?
Il Buti fu il primo a negare categoricamente che la Beatrice dantesca fosse donna vera e reale. Se gli altri antichi, i quali si occupano soltanto della significazione allegorica di Beatrice, fossero del medesimo parere, non si può decidere. Nè sappiamo con certezza, se il Buti intendesse soltanto della Beatrice del poema, o anche di quella della Vit. N. e del Conv. Ma già per la Beatrice della Div. Com. il Buti si accorse delle difficoltà dell'interpretazione puramente allegorica, onde si avvisò che la Beatrice di Dante potrebbe essere letteralmente la madre della contessa Matilde. Invece Giovan Mario Filelfo nella sua sedicente Vita di Dante (Fir., 1828, p. 20) negò recisamente la realtà corporea della Beatrice sì della Vit. N. e del Conv., come della Div. Com. Lo stesso fece il Canonico Anton Maria Biscioni (nelle Prose di Dante, Fir., 1723), il quale primo ridusse il puro simbolismo di Beatrice a sistema. E il Filelfo e il Biscioni trovarono seguaci. Famoso tra questi Gabriele Bossetti, il quale, dopo avere scritto che la Beatrice di Dante fu « la fanciulla Beatrice Portinari, di cui s'invaghì prima che ancor di puerizia uscisse; ma la morte gliela rapì, ed ei la pianse amaramente » (Com. anal. i, p. xx), aggiungendo « ch'ella era di nobile stirpe, come quella che vantava in sua famiglia un ammiraglio dell' Ordine Gerosolimitano » (ibid. i, 44), continuò poi (nelle sue opere posteriori, Spirito antipapale, Lond., 1832. Mistero delV amor Platonico, ibid., 1840. La Beatr. di D., ibid., 1842) coli'insegnare che la Beatrice dantesca non ha nulla che fare con una donna reale qualsiasi, non essendo altro che il simbolo della Monarchia Imperiale, la Donna o Madonna degli altri poeti antichi, chiamata da Dante Beatrice in contrapposto di suono e di senso con Meretrice, che, al dire del Boss., simboleggiava la Corte di Roma. Francesco Perez affermò non solo la Beatrice di Dante essere un ente impersonale, una pura astrazione, ma difese anche la sua tesi con gran corredo di erudizione, non risparmiando lo scherno ai credenti nella Beatrice reale (La Beatr. svelata, Palermo, 1865). Adolfo Bartoli, non l'ultimo, ma il più forte campione della Beatrice puramente astratta ed ideale, trovò non pochi seguaci, come il Benier, il Gietmann ed altri. Ma i più continuarono e continuano a credere nella realtà corporea di Beatrice, tra' quali primeggia Alessandro D'Ancona, che può considerarsi come il capo dei « Realisti, » come il Bartoli degl' « Idealisti. »
L'esporre, anche succintamente, le ragioni e gli argomenti addotti per 1' una e per 1' altra opinione oltrepasserebbe di gran lunga