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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   192 Beatitadini evangeliche
   «Beati i misericordiosi: perchè questi troveranno misericordia;» Purg. xv, 88, colle quali parole si accenna a uno degli atti più cari e squisiti della carità, alla compassione de' mali altrui, che è dirittamente opposta all'invidi a ; cfr. Cic., Tusc10 : « Quemad-modum misericordia segritudo est ex alterius rebus adversis, sic in-videntia gegritudo est ex alterius rebus secundis. » - Tiiom. Aq., Sum. il, 2®, xxxvi, 3: « Invidia opponitur misericordise directe, se-cundum contrarietatem principalis objecti; invidus enim tristatur de bono proximi ; misericors autem tristatur de malo proximi ; unde invidi non sunt misericordes nec e converso. »
   All'uscire dal cerchio degl'iracondi odesi cantare la settima beatitudine: « Beati i pacifici: perchè saranno chiamati figli di Dio; » Purg. xvii, 68, e si aggiunge: « che son senza ira mala, » distinguendo l'ira peccaminosa dall'ira giusta e santa, differenza spiegata a lungo da S. Tommaso, Sum. il, 2®, clviir, 1-3. Lasciando il cerchio degli accidiosi risuona il canto della terza beatitudine: «Beati coloro che piangono, perchè questi saranno consolati ; » Purg. xix, 50. Probabilmente questa beatitudine è cantata in questo luogo, perchè gli accidiosi del quarto cerchio vanno piangendo tra il correre ed il meditare. Alla salita dal quinto al sesto cerchio odesi cantare la quarta beatitudine: « Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia: perchè questi saranno satollati; » Purg. xxn, 4, 5, la sete della giustizia essendo il rovescio della sete delle ricchezze. « Ubi intelligatur de iustitia spiritualis, quod est quod homo reddat unicuique quod suum est, convenienter dicitur : Beati qui esuriunt et sitiunt justitiam; quoniam esuries et sitis proprie avarorum est, quia nunquam satiantur qui aliena injuste possidere desiderant. Et vult Dominus quod ita anhelemus ad istam justitiam, quod nunquam quasi satiemur in vita nostra, sicut avarus nunquam satiatur; » Thom. Aq. in Matt., c. v. La stessa beatitudine si canta pure all'uscita del sesto cerchio, che è dei golosi; Purg. xxiv, 151 e seg. Ma qui il Poeta circoscrive la sentenza evangelica dandole il senso: Beati coloro che serbano giusta misura nel cibo e nel bere, conservandosi mondi dal peccato della gola. Finalmente all'uscita dal settimo cerchio odesi cantare la sesta beatitudine :« Beati coloro che hanno il cuor puro, perchè questi vedranno Dio; » Purg. xxvil, 8. La seconda beatitudine: « Beati i mansueti, perchè questi possederanno la terra, » non poteva naturalmente applicarsi agli abitatori del mondo di là, dove il possedere la terra non può più aver luogo.
   Nei luoghi Purg. xix, 50 e xxvii, 8 è detto espressamente che la beatitudine si canta dall'Angelo guardiano del rispettivo girone. Anche Purg. xv, 28; xvii, 68 e xxiv, 151 è fuor di dubbio che la beatitudine si intende cantata dal solo Angelo che sta all'uscita