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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169
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Arricciare, da riccio (e dal lat. erectus ?), Avvolgere in ricci, Inanellare. E in forza di Neut. pass, dicesi del pelo o dei capelli, quando si rizzano per subitaneo spavento e orrore di checchessia; Inf. xxm, 19.
Arridere, dal lat. arridere; 1. Neut. Mostrarsi altrui sorridente, benigno, piacevole; Sorridere; Par. xxxiii, 126.-2. In forza di Att. Fare un cenno sorridendo; Par. xy, 71. Arrisemi un cenno leggono in questo luogo con molti codd. (Cass., Vien., Stocc., Cort., 2 Patav., ecc.) Mant., Cr., Corri., Dion., Viv., Fosc., Quattro Fior., Fanf., Giul., ecc.; Benv., Buti, D'Aq., Vent., Lomb. e quasi tutti i moderni. Molti codd. (Witte 4, Palat., Chig., 1 Patav.. ecc.) hanno invece arrosemi un cenno, e così leggono Folig., Iesi, Nap., Vindel., Aid., Burgofr., Da Colle, Gioì., Bovili., De Boni., Witte, ecc.; Falso Bocc., Serrav., Land., Tal., Veli., ecc. Arrosemi sarebbe da arrogere, onde il senso: E mi aggiunse un cenno; cfr. arrogere. Nè questa lezione ed interpretazione merita l'epiteto di « enorme bestialità » datole dal Betti.
Arrigo (l'alto), lat. Henricus, è l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, sul quale Dante aveva fondate le sue più belle speranze di vedere ordinate le cose d'Italia e di poter dal canto suo ritornare a Firenze; Par. xvn, 82; xxx, 137. - Arrigo, nato nel 1262, era figlio di Enrico II conte di Lussemburgo. Dopo la morte di Alberto d'Austria fu eletto imperatore il 27 novembre 1308. Salito appena sul trono, fermò la risoluzione di calare in Italia e, data l'autenticità dell'epistola diretta all'imperatore, Dante fu uno di quelli che andarongli incontro ad inchinarlo (dove ciò avvenisse, se a Losanna, a Milano o altrove, è incerto). Disceso in Italia nel settembre del 1310, Arrigo si cinse a Milano della Corona di Ferro il 6 gennaio 1311, conquistò nel seguente aprile Vicenza e Cremona, e mosse quindi all'assedio di Brescia, che potè espugnare soltanto nel settembre 1311, dopo aver sofferto gravi perdite durante il lungo assedio. Da Brescia, si recò a Genova, da dove mandò ambasciatori ai Fiorentini, i quali non vollero riceverli. Essendo ancora a Genova, Brescia, Parma, Reggio, Cremona e Padova, istigate dai Fiorentini, gli si ribellarono. Egli andò da Genova a Pisa, dove si fermò sino all'aprile 1312, e di là a Roma, dove fu coronato imperatore nell'estate del 1312. Venne quindi ad assediare Firenze, senza verun successo. Ammalatosi ritornò a Pisa, dove fece molti processi contro a' Fiorentini e contro Roberto re di Napoli. Apparecchiandosi d'andare con tutto il suo sforzo sopra il re Roberto e torgli il regno, ricadde ammalato e morì a Buonconvento