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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169

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a cura di Federico Adamoli

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   Ape-Aperto
   105
   Lucca, c Bonturo Dati era 1' altro ; et allora che morì era anziano; » Buti. Un Martino Bottaio, notaio, viveva a Lucca nel 1325. Cfr. Minutoli in Dante e il suo sec., p. 211 e seg.
   Ape, dal lat. apis, Insetto alato che produce il miele e la cera; lo stesso che Pecchia; Purg. xvm, 58. Par. xxxi, 7. Cfr. Perez, Fragranze, p. 51 e seg.
   ApcimiiiO, gli Apennini, cioè quella lunga catena di monti, formata da un prolungamento delle Alpi occidentali, che traversa la penisola italica in tutta la sua lunghezza; Inf. xvi, 96. Purg. v, 96. Vulg. El. i, 10, 30 e seg. Accennato per circonlocuzione Inf.
   xxvii, 29. Purg. xiv, 92; xxx, 86. Par. xxi, 106. - Intorno al passo controverso Purg. xx, 65 il Cast, osserva: « Questo testo si leggeva scorrettamente: E vai camonica Apennino ; nè se ne poteva trarre sentimento niuno ragionevole. Alessandro Vellutello, o per sua industria o per l'altrui, l'ha ammendato, ecc. » Infatti il Veli, nota: « Qui tutti gli espositori ingannati dal corrotto et falso testo.... hanno inteso Apennino monte.... per Pennino. » Veramente Apennino è lezione della gran maggioranza dei codd. ( Witte 4, Cass., ecc.; cfr. Moore, Criticism, p 144), delle prime 4 ediz., Nidob., Benv., Buti, Da Colle, Serrav., Barg., Land., Aid., Dan., Gelli, ecc. In nessun commentatore anteriore al Veli, troviamo la lezione Pennino, tranne nel Lan. ediz. Bolognese, dove essa fu probabilmente introdotta dall'editore. Sembra quindi che Apennino sia la vera leznone, cioè che così abbia scritto il Poeta. È verissimo che egli intende del Pennino, e non della catena degli Apennini ; ma il Pennino si diceva pure Apennino, onde non vi è motivo di lasciare l'antica universal lezione Apennino per la correzione posteriore Pennino.
   Aperta, Sost. da aprire, Apertura per dove si può passare, Valico; Purg. iv, 19; xix, 36 (nel quale ultimo luogo pare però che si debba leggere coi migliori codd. Laporta, invece di l'aperta. Possono però stare ambedue le lezioni, nè si tratta che dello scambio di e con o ; laporta - laperta).
   Aperto, propriam. partic. pass, di aprire, dal lat. apertus ; usato in forma di Add. - 1. Dischiuso, Disserrato, Non impedito da cosa alcuna; Inf. vili, 130; xxx, 55. Purg. ix, 62; xvi, 7; xxiii, 108;
   xxviii, 126; xxxil, 141. Par. ix, 67, 113; xxii, 56. - 2. Detto di una strada, di un passo, o di un vano qualunque, vale Non chiuso, Non turato, Non impedito da cosa alcuna ; Purg. ni, 51.-3. Detto di fiori, vale Sbocciato; Inf. il, 129. - 4. Per Disteso, detto di ali, braccia e simili; Inf. v, 83; xxi, 33; xxv, 23; xxxiv, 72. Purg. ix, 21 ; xix, 46. Par.