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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169

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a cura di Federico Adamoli

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   Antenati di Dante
   suoi duo fratelli, nominati Par. xv, 136, cfr. gli art. Eliseo e Mo-ronto. Ebbe Cacciaguida due figli Preitenitto ed Alighiero I. Del primo di essi non si ha memoria che in un documento del 1189 (cfr. Frullani e Gargani, Bella Casa di Bante, p. 29), nè altro ne sappiamo se non che ebbe un figlio di nome Bonareddita, ricordato in un atto del 1215. Alighiero I, che figura qual testimone in un documento del 14 agosto 1201 (cfr. Passerini in Lord Ver-non, Inf., voi. in, p. 12), e che Dante fa stare oltre cento anni nel Purgatorio a nettarsi dalla superbia (Par. xv, 91 e seg.), ebbe, come pare, due figli: Bello e Bellincione. « Bello trovasi qualificato col titolo di messere nelle carte che lo rammentano; ond'è che conviene ritenere che fosse giudice, come allora dicevansi li esercenti la legge, ossivvero decorato del grado equestre. Sedè nel consiglio degli Anziani, nel 1255; ma nel 1260 dovè esulare dopo il trionfo dei Ghibellini a Montaperti perchè egli con tutti quei del suo ramo era guelfo. Non ho altre notizie di lui; e certamente era morto nel 1268 quando a Geri suo figlio si diè compenso per una casa che i ghibellini vincitori avean guasta dopo la cacciata del padre » (Passer., 1. c., p. 13). Costui è quel Geri del Bello ricordato Inf. xxix, 27 (cfr. Gerì del Bello). Bellincione fu egli pure guelfo, « per ciò fu tratto alle curuli quando i guelfi più ne poterono dei ghibellini, perciò provò le pene dell'esilio allorché nel 1248 questi preponderarono in modo da rendere incomportabile ai loro avversari di restarsi più a lungo nella città. Rimesso in patria nel 1251, fu nell'anno istesso assunto al consiglio degli Anziani, e vi sedeva quando fu ratificato il patto e l'alleanza che a danno dei Pisani contrasse per dieci anni il Comune fiorentino con quei di Lucca e di Genova. Viveva tuttora nel 1260 allorché la sua famiglia dovè ritentare la via dell'esilio; nella quale occasione ebbe ancora dalla rabbia ghibellina guasti i possessi e le case; e si può ritenere con certezza che protraesse la vita fino al 1268 almeno, vedendolo rammentato in quell'anno nell'estimo dei danni patiti dai guelfi; e che per conseguenza gli fosse dato di morire in patria, dove forse ritornò insieme coi compagni di sventura nel 1267 » (Passer., 1. c., 14 e seg.).
   Bellincione fu padre di quattro figli : Burnetto, che combattè a Montaperti e nel 1278 sedeva nel consiglio del Comune; Gherardo, ricordato come vivente in un documento del 1269; Bello, del quale si ha notizia in un documento dell'11 settembre 1277, dove è rammentato insieme con Gherardo tra' principali della parrocchia di S. Martino; Alighiero II, il padre di Dante, il quale sembra fosse un uomo di poco valore e di nessuna importanza. Lo dissero uomo di legge, giureconsulto di professione; ma non si hanno documenti per provare che veramente fosse tale. « Tra le varie carte relative