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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169
Ambascerie (li Dante
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l'ambasceria a Roma non era possibile. - 4. Anche dato, che nell'autunno del 1301 i Bianchi di Firenze mandassero ambasciatori a Bonifazio VIII, se non erano balordi del tutto non potevano mandarvi Dante, tutt'altro che persona grata nella Corte papale.-5.11 Boccaccio afferma e nella Vita e nel Commento (ed. Milanesi, il, 129 e seg.) che al tempo della catastrofe, Dante era a Firenze e se ne fuggi coi Bianchi, invocando la testimonianza di Leon Poggi, figlio della sorella del Poeta. Non essendo in verun modo ammissibile nò che il Boccaccio o il Poggi mentisse, nè che il Poggi non fosse ben informato dei fatti accaduti nel gennaio del 1302, dobbiamo di necessità ammettere che Dante era a Firenze, non a Roma. - 6. Nella prima condannagione pronunciata contro il Poeta dalla Potesteria fiorentina il 27 gennaio 1302 si legge che Dante ed i suoi compagni di sventura citati et requisiti legiptime per nuntium Communis Fiorentine caddero nel bando se contumaciter absentando, cioè allontanandosi da Firenze; dunque nel gennaio del 1302, come pure nel novembre e decembre del 1301 Dante non era ambasciatore a Roma. Cfr. Dante in Gemi., ti, 341 e seg. Pasq. Papa in Bartoli, Lett. itaL, v, 337 e seg. Diaconis, Nuova ricognizione, p. 228 e seg. Imbriani, Studi Dant., p. 148 e seg.
Quell'impostore di Giovan Mario Filelfo scrive: « Quatuor ac decem legationibus (Dante) est in Republica sua functus: ad Se-nenses prò fìnibus, quos suo nutu composuit; ad Perusinos prò ci-vibus quibusdam Perusii detentis, quos secus reduxit Florentiam; ad Venetorum Rempublicam prò iungendo fcedere, quod effecit, ut voluit; ad Regem Parthenopseum cum muneribus contrahendae ami-citise gratia, quam contraxit indelebilem; ad Estensem Marchionem in nuptiis, a quo prrepositus est legatis reliquis; ad Genuenses prò finibus, quos composuit optime; ad Regem Parthenopseum rursus prò liberatione Vanni Barduccii, quem erat ultimo affecturus sup-plicio; liberavit autem Dantis oratio egregia....; ad Bonifacium Pon-tificem Maximum quarto fuit orator, semperque impetravit quae voluit, nisi ea legatione, qua nondum erat functus cum exul factus est; ad Regem Hunnorum bis missus exoravit omnia. In Galliam ad Regem Francorum orator aeternum amicitise vinculum reportavit, quod in hodiernum usque diem radices habet. » A queste quattordici ambascerie di Dante credettero il Pelli, il Balbo ed il gran numero de' loro seguaci. Ma oramai non giova più discuterne, non essendovi più uomo sensato che invochi il Filelfo come autorità in fatto di storia; cfr. Todeschini, Scritti su D. i, 375 e seg. Bartoli, Lett. itaì. v, 114 e seg.
Due adunque le ambascerie esercitate da Dante che possono considerarsi come fatti acquisiti dalla storia: al Comune di San Ge-