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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169
Alma-Aio
Aiuta, dal lat. anima (o dall'add. fem. anima?), lo stesso che anima; ma è voce per lo più poetica. - Per l'uomo in generale, l'uomo vivente; Inf. vili, 44. Par. li, 133; xxxii, 110.-2. Per l'Anima genericamente; Purg. xxi, 63; xxv, 96.-3. Per l'Anima separata dal corpo dopo la morte; Purg. vili, 8. Par. iv, 52, 75, 95; ix, 119; xvm, 50; xxi, 91; xxx, 136.-4. Alma sola, Purg. xxv, 74, è detto contro l'opinione dei Platonici che insegnavano la triplicità dell'anima umana (cfr. AristOT., £> An. in. Thom. Aq., Sum. Th. P. i, qu. Cxviii, art. 2), come pure contro la dottrina dei Manichei, che professavano l'esistenza di due anime. Cfr. Purg. iv, 5 e seg. Thom. Aq., 1. c., i, 76, 3. Ozanam, Purg., p. 94. Delfi1, D. Aligli., p. 96 e seg.
Almeno, dall'avverb. meno e dalla prep. a, Avverb. che costituisce termine nel meno, che restringe la cosa ne' minimi termini; Purg. xvi, 96; xix, 34; xxxiii, 76. La frase almen tre nel passo Purg. xix, 34 è una delle solite licenze poetiche, come Inf. Vii, 28, ecc. Sennonché la lezione dei relativi versi è tutt'altro che accertata. I più leggono: « Io volsi gli occhi, e il buon Virgilio :-Almen tre voci t'ho messe (dicea), surgi e vinci. » Così, con lievi ed irrilevanti differenze (Maestro invece di Virgilio, ecc.), Mant., Nap., Aid., Cr., ecc., Buti, land., Veli., Boi., Dan., Voi., Vent., Dion., Lomb, e quasi tutti i moderni sino al Corn. Altri leggono invece : « Io volsi gli occhi al buon Maestro e mentre Voci come dicesse: Surgi e vieni, ecc. » Così, di nuovo con alcune differenze irrilevanti (mossi per volsi, Virgilio per Maestro, vocìo, voce, ecc.), Folig., Iesi, Benv.-, Serrav., Viv., ecc. Coli'autorità dei codd. è appena possibile di decidere quale sia la vera lezione ; cfr. Moore, Criticism, p. 393. Vedi vociare.
Almcoiie, 'AXy.ficuwv, figlio di Anfìarao e di Enfile (Hom., Odys. xv, 248). Erifile tradì il marito, scoprendone il nascondiglio, onde Anfìarao morì nella guerra contro Tebe, alla quale, scoperto, fu costretto di prendere parte. Almeone vendicò il padre uccidendo la madre (cfr. Apollod. ih, 6, 2. Diod. Sic. iv, 67. Hygin., Fab. 30. Virg., Aen. vi, 445 e seg.), onde è nominato come esempio di amor filiale, riverente, ma disordinato, Par. iv, 103. È pur nominato Purg. xii, 50. Cfr. Anfìarao, Erifile.
Almi, cfr. Rafel.
Almo, dal lat. almus, Che dà anima e vita; e quindi figuratam. Sacro, Santo, Divino, Eccellente ; Inf. li, 20 (nel qual luogo parecchi testi hanno alta invece di alma)-, Par. xxiv, 138.
Alo, dal gr. óóXoos (= aia, cerchio), Quella ghirlanda di luce, che vedesi talvolta intorno alla luna, o ad altro pianeta, per la re-