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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169

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a cura di Federico Adamoli

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   Aldighieri-Aldobrandi Teggliiaio
   rovina assomiglia dunque il Poeta questa scesa dal sesto al settimo cerchio dell'Inferno, dicendo che come in quella la parte, che si mosse e spiccò da quella che rimase, ha la roccia sì discoscesa, cioè piena di rotture (e di morse, diremmo noi, o di bozzi), ch'ella darebbe via e facultà a chi fusse nella cima di scendere in giù nel fondo; così darebbe ancor similmente la scesa di questo burrato e di questa profondità la facultà a chi vuole scendere da ove ella comincia in questo sesto cerchio a ove ella finisce nel settimo. » Dante non disse dunque mai Alcuno per Nessuno
   Aldigliieri e Aldigltiero, cfr. Alighieri e Alighiero.
   Alderotto, Taddeo d'Alderotto da Firenze, tradusse in italiano YEtica d'Aristotile, la qual traduzione è biasimata da Dante, come sconcia e deforme; Conv. i, 10, 52. Cfr. Taddeo.
   Aldobrandesco o Aldobrandeschf, conti di Santa Fiore, i cui possessi erano propinqui a Siena, « adeo potentes in Tuscia, quod solebant gloriari quod poterant omni die anni mutare locum et stare in loco tuto, tot castella fortia habebant; sed habue-runt diu bellum cum dieta civitate (Siena), per quod jam tempore nostri poetse erant in magna ruina et hodie sunt quasi omnino exterminati ; » Benv. - 1. Guglielmo Aldobrandesco, menzionato Purg. xi, 59, vissuto nella prima metà del secolo XIII, fu nel 1227 sei mesi in prigione in Siena; cfr. Murat., Script. xv, 23. Appena liberato, continuò la guerra contro i Sanesi, favorito sotto mano dalla Curia Romana; cfr. Murat., ibid., p. 25. Morì tra il 1253 e 1256, dopo essere stato nel 1250 in bando dell'impero, non si sa bene perchè. - 2. Omberto Aldobrandesco, suo figlio; cfr. Omberto.
   Aldobrandi Teggliiaio, della nobile famiglia degli Adi-mari, nemica di Dante, « cavaliere savio e prode in armi e di grande autoritade ; » G. Vill., Cron. vi, 77. « Era de' migliori cavalieri di Toscana; » An. Sei. « Fu valorosa e savia persona; » Lan. « Uomo di pregio e di valore; » Ott. « Cavaliere di grande animo e d'ope-razion commendabili, e di gran sentimento in opera d'arme: e fu colui, il quale del tutto sconsigliò il comun di Firenze, che non uscisse fuori a campo ad andare sopra i Sanesi; conoscendo, siccome ammaestratissimo in opera di guerra, che danno e vergogna ne seguirebbe, se contro al suo consiglio si facesse; dal quale non creduto nò voluto, ne seguì la sconfitta a Monte Aperti; » Bocc. Lo stesso raccontano Benv., An. Fior, ed altri; cfr. Vill., 1. c. Del brutto vizio appostogli da Dante tutti gli antichi taciono. Inf. VT, 79; xvi, 41.