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Enciclopedia Dantesca
Dizionario critico e ragionato di quanto concerne la vita e le opere di Dante Alighieri - Volume I - A-L
Giovanni Andrea Scartazzini
Ulrico Hoepli Editore Milano, 1896, pagine 1169
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resistere all'imperadore Arrigo VII. La famiglia si spense in Antonio di Francesco nel 1652. Cfr. Lord Vernon, Inf., voi. ir, 403-04. Secondo molti comment. antichi (Bambgl., Lan., Cass., Falso Bocc., An. Fior., Serrav., Tal., ecc.) quel Fiorentino innominato, posto da Dante tra' suicidi, Inf. xiii, 130-151, fu il giurista Lotto degli Agli, « qui secundum quod fertur ex dolore pernimio cuiusdam sententie sive (ssevae) quam protulerat - in domo sua cum quodam corigia eius dicto loco (se) ipsum suspendit; » Bambgl. Altri invece (An. Sei., Ott., Barg., ecc.) dicono che costui fosse Rocco de' Mozzi, « il quale fu molto ricco, e per cagione che la compagnia loro fallì, venne in tanta povertà, ch'egli stesso s'impiccò per la gola nella sua casa; » An. Sei. Di nuovo altri (Benv., Buti, Land., ecc.) riferiscono le due opinioni, senza voler decidere quale sia la giusta. Finalmente altri o non dicono nulla (Iac. IJant., ecc.), oppure osservano che il nome del personaggio non si conosce (Petr. Dant., Bocc., Veli., Dan., Cast., ecc.). « Nè è costui dell'autor nominato, credo per l'una delle due cagioni, o per riguardo de' parenti che di questo cotale rimasero, i quali per avventura sono onorevoli uomini, e perciò non li vuole maculare della infamia di così disonesta morte; ovvero perciocché in que' tempi, quasi come una maledizione mandata da Dio nella città nostra, più se ne impiccarono; acciocché ciascun possa apporlo a qual più gli piace di que' molti ; » Bocc. « Loquendo àuctor hic a communiter accidentibus. Nam ssepe ac-cidit in illa civitate homines se ipsos suspendentes ; » Petr. Dant. Lo stesso dicono Veli., Cast., ecc.
Agnèl, nome di un Fiorentino posto da Dante nella bolgia dei ladri; Inf. xxv, 68- Alcuni antichi o non si fermano su questo personaggio (Barg., Land., Dan., ecc.), oppure si contentano di osservare che fu un gran ladro, senza dire a quale famiglia appartenesse (Bambgl., Ott., ecc.). Secondo i più (An. Sei., Iac. Dant., Lan., Petr. Dant., Cass., Falso Bocc., Benv., Buti, An. Fior., Serrav., Tal., Veli., Cast., ecc.) costui fu Agnolo de' Brunellesclii, nobile famiglia fiorentina, il quale, salito ai primi onori della repubblica, ne distrasse le rendite a proprio vantaggio. « Questo Agnello fu de' Brunelleschi di Firenze; e infino picciolo votava la borsa al padre e a la madre, poi votava la cassetta e la bottega, e imbolava. Poi da grande entrava per le case altrui, e vestiasi a modo di povero, e faciasi la barba di vecchio, e però il fa Dante così trasformare per li morsi di quello serpente come fece per furare;» An. Sei.
Agnèl, e Agnello, dal lat. agnellus : 1. Il parto della pecora, che non è ancora uscito dall' auno; Par. v, 82; xvi, 71, 117. -