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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   268.
   silenzio angoscioso; emana da tutto, e dą l'idea d'un pericolo ignoto e imminente, d' una continua minaccia, di un' insidia, di un agguato inimmaginabile al quale ci si prepara rassegnati. Non si ha che un pensiero, un desiderio anzi, informe, vago, inascoltato, ma tenace: quello di fuggire, di non calpestare pił quel cadavere di mondo, d' essere liberati. Si guarda all' orizzonte come ad un luogo di salvezza e di riposo ; si aspetta ogni piccolo valico con una speranza imprecisa; al di lą d' ogni altura ci s' immagina di trovare qualche cosa d' inatteso e di buono. Ma passano valichi, passano alture, l'orizzonte che ci fronteggia diventa 1' orizzonte che si lascia alle spalle; la desolazione pare senza fine.
   Luigi Barzini. d>
   HONG -CONG
   L'isola sulla quale llong-coiig č costruita, come tutte le isolette intorno, č formata da un' unica montagna scoscesa e dirupata, alle cui falde, al nord, sul mare, sorge la cittą. La cima del monte č 1' eden di Hong-cong, il delizioso rifugio degli europei che sono venuti ad appollaiarsi quassł a parecchi metri sul livello del caldo e della puzza. Le ville e gli alberghi vi formano una seconda cittadina, tutta immersa in un bagno di verde e di frescura. Lo scoglio si č cambiato in giardino con viali che serpeggiano fra prati fioriti e fra ciuffi di bambł e di aloe, viali che tagliano la roccia rosata con lunghe ferite ancora sanguinanti.
   Intorno intorno si apre il mare, frastagliato da scogli, isolotti, peniso-lette, come un mare norvegese...
   Arrivando ad Hong-cong, dopo aver visitato quei campioni di Cina mandati all' estero, che sono Penang e Singapore si prova l'illusioue di essere tornati indietro.
   Hong-cong dal mare somiglia a Genova. File di palazzi europei si arrampicano sul monte, a pił ordini. Vedete dello stile inglese, dello stile italiano, del gotico, del rinascimento, ma non il pił piccolo tetto a barchetta, non la pił umile pagoda; l'edilizia cinese č bandita. Se non fosse per le fetide imbarcazioni che assediano il piroscafo e per la canaglia gialla che lo invade, il nostro animo resterebbe dubbioso sull'autenticitą di Hong-cong.
   In questa superba cittą europea, tutta verande e porticati, ombreggiata da giardini meravigliosi, con belle vie bianche e diritte, la poveraglia cinese ha portato il suo sudiciume e la sua puzza. Essa ha fatto come il ragno, che tende la sua tela fra i fogliami di un capitello marmoreo, con la stessa indifferenza come sopra un muro di cantina o sulla scorza di un albero. Quello che era grande i Cinesi lo hanno reso piccolo con tramezzi di legno
   (1) Dall' opera notissima « La metą del mondo vista da un automobile ». Milano, U. Hoepli, editore.