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Elementi di Geografia Moderna

Nicola De Giorgi
R. Carabba Editore Lanciano, 1928, pagine 387

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   201.
   enti dei fiumi e dalle invasioni dell' oceano, e vivere su quelle alture riPiim naufraghi su isole solitarie, scendendo al ritirarsi delle acque per cercare un nutrimento nella pesca e nella caccia e raccogliere le uova deoste dagli uccelli marini sulla sabbia. Cesare, passando, nominò per primo uei popoli. Gli altri storici latini parlarono con pietoso rispetto di que' barbari intrepidi che vivevano « su terre galleggianti », esposti alle intemperie d' un cielo spietato e alle collere del misterioso Mare del Nord.
   Ora se si pensa che una tal regione è diventata uno dei più fertili, dei più ricchi e dei meglio ordinati paesi del mondo, si capisce come sia giusto il dire che 1' Olanda è una conquista dell' uomo.
   Ma bisogna aggiungere : è una conquista continua.
   Il nemico al quale gli Olandesi dovettero strappare le loro terre, era triplice : il mare, i fiumi, i laghi; gli Olandesi disseccarono i laghi, respinsero il mare e imprigionarono i fiumi.
   Per disseccare i laghi si servirono dell' aria. I laghi, le paludi furono circondate di dighe, di canali, e un esercito di mulini a vento, mettendo in moto delle pompe aspiranti, riversò le acque nei canali, che le condussero ai fiumi ed al mare. Così dei vasti spazi di terra sepolti nell' acqua, videro il sole e si trasformarono come per incanto in fertili campagne, popolate di villaggi e percorse da canali e da strade.
   I fiumi, altro nemico interno dell' Olanda, non costarono meno fatiche o meno sacrifici. Alcuni, come il Beno, che si perdevano nelle sabbie prima di giungere al mare, dovettero essere incanalati e difesi dalla marea alla foce con cateratte formidabili; altri, come la Mosa, fiancheggiati da dighe altrettanto potenti che quelle innalzate contro il mare ; altri deviati ; le acque vagabonde raccolte; regolato il corso degli affluenti: così tutti i fiumi che spandevano anticamente per il paese le loro acque sfrenate e devastatrici, furono disciplinati come ruscelli e costretti a servire.
   Ma la lotta più tremenda fu quella combattuta coli' Oceano.
   L'Olanda è in gran parte più bassa del livello del mare : perciò, dappertutto dove la costa non è difesa dalle dune, si dovette difenderla con poderose dighe. Se questi sterminati baluardi di terra, di legno e di gra-nito non fossero là ad attestare come monumenti il coraggio e la perseveranza degli Olandesi, non si crederebbe che la mano dell' uomo abbia potuto, sia pure in molti secoli, compiere così grande lavoro. Nella sola Zelanda le dighe si stendono per la lunghezza di quattrocento chilometri. Tutta la provincia di Frisia, per la lunghezza di ottantotto chilometri, è difesa da ti e file di palafitte enormi, sostenute da massi di granito di Norvegia e di
   Germania. Amsterdam, tutte le città delle rive dello Zuidersee, e tutte le
   isole_ f, . .
   -rammenti di terre sparite —, che formano come una corona fra la
   risia e l'Olanda del Nord, sono protette da dighe; dalle foci dell' Ems
   n<> alle foci della Schelda, l'Olanda è tutta una fortezza impenetrabile, nei
   immensi bastioni i mulini sono le torri, le cateratte sono le porte, le