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Corrispondenza familiare femminile
fatta su buoni scrittori italiani
compilata da Salvatore Muzzi
Zanichelli Bologna, 1871, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   — 160 —
   Altra Lettera di Officiosità
   Alla Sig.a Clotilde Capece Minutolo, — a Napoli.
   Illustre Signora.
   Se io fossi giovine, ed Annibale Caro, le direi che ho più caro d'essere in grazia delle Donne che delle Muse: ma essendo oggimai vecchio e non avendo a gran pezza l'ingegno di quel sommo uomo, non ho cuore di dirlo quantunque lo pensi. Temo poi di non essere in grazia nemmeno delle Muse, cosa, che m'incresce infinitamente, perchè i poeti mi dicono che sono giovani e belle. Tuttavia la cortesissima sua del 14 novembre mi dà qualche speranza, che se non posso più essere il favorito delle prime, nè sono mai stato quello delle seconde, potrò almeno esser V amico delle une e delle altre. Io la ringrazio di nuovo delle sue graziose espressioni, e le so dire che ne sono contentissimo. Ella mi scrive che spera di veder presto qualche mio nuovo lavoro. Signora mia, nel mio bossoletto non v' è più liscio, e se mai provassi ancora, farei visi da giuggiole. Solamente fra breve verrà alla luce in Torino una nuova edizione del mio Poema intitolato il Camillo, o Veio conquistata, il quale fu stampato la prima volta in Parigi nel 1815. Verrà fuori con molte mie correzioni e note, delle quali aveva gran bisogno. Forse, se mai quest' opera le capita nelle mani, Ella ci troverà qualche grandezza di concetto, e sentimenti non abbietti, lo 1' ho raffazzonata alla meglio che ho potuto, perchè veramente io non son più buono che a raffazzonar le mie ciarpe. Ella stia sana, e viva felice com' Ella è cortese.
   Parigi, 21 Dicembre 1832.
   Carlo Botta.
   (^.ooQle