Altra Lettera di Officiosità
Alla Contessa Paolina Leopardi, — a RecanatL
Cara Signora Contessina.
Toccava a me l'aver degli scrupoli; e infatti non avrei osalo scriverle. Bene sperai che potesse essermi perdonalo 1' ardire di volermi in qualche modo ricordare a Lei col mandarle quella inezia; poiché quando la vidi mi parve riconoscere in Lei una egregia bontà; e per amore di Giacomino mi poteva essere conceduta una grazia. Ora Ella vince di molto non solo i meriti nfiei ma le speranze; e dove appena potevo sperare perdono, Ella mi dimostra gradimento; e me lo dimostra con espressioni in eccesso cortesi. Così Ella m'impone un obbligo di gratitudine, eh' io porterò sempre nel cuore. Dunque Ella non dimenticherà chi le rimane tanto obbligalo. Mi faccia ancora questa grazia di ricordare la mia riverenza al signor padre, alia signora madre e al conte Carlo. Che fa Giacomino? M'impetri Ella che mi mandi sue nuove, delle quali sono ansioso sempre. A me pare che mi vengano dal cielo, e da una intelligenza superiore ai cervelli mortali, le sue lettere. Lo pregherei ad aversi cura della salute, a volermi bene e a ricordarsi eh' io 1' adoro. Cara signora contessina, con tutto 1' animo desidero eh' Ella sia felice, e eh' Ella mi abbia sempre per suo obbligato e cordial servitore.
Firenze, 30 Gennaio 1827.
Pietro Giordani.