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Altra Lettera di Notizie varie
Alla Contessa Maria Maddalena Pansetti, — a Rubiera.
Illustrissima Sig.a Padrona Colendissima.
Ho levato un grido leggendo il suo nome, non nel catalogo degli associati, che non ho veduto, ma in fondo alla sua lettera, e ho temuto che qualche nuovo disastro la movesse a scrivermi. Ho dunque cominciato a leggere con timore, ed ho poi proseguito e finito con molta mia consolazione. Non so ben dirle quanto mi rallegri seco della sua tranquillità e della sua beata solitudine, in cui mi par* quasi di udire io medesimo fin da qui il canto del suo canarino, e il suono del suo salterio, e di sentir l'odore de'fiori coltivati da Lei. Ben calcolato tutto, la vita de' solitari sarà sempre la meno infelice. Io, fuori del canarino e del salterio, ho eletto una situazione quasi simile alla sua. Vivo sul còlle Esquilino, ove fu già il bello e il più grande di Roma, e ora tutto ò sepolto sotto le ruine. Sto dunque quassù, e tengo Roma antica sotto i piedi, e guardo Roma nuova giù nella valle. Vado ogni giorno a vederla, e torno qui per ridere d'un tanto movimento d' insetti. Ho il mio orto, i fiori miei, tra* quali i broccoli e i carciofi sono i migliori; e soprattutto ho abbondanza di libri, e così vivo lietamente. La mia sanità è stata molto alterata dalle fatiche: ora con l'ozio l'ho ristabilita assai, e spero anche perfettamente. Di qui può Ella raccogliere quanto mi piacerebbe sapere per qual modo sia giunta