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Altra Lettera di Notizie varie
A Caterina Bicetti, — a Trevi glia.
Caterina mia.
La dolcissima vostra mi giunse poche ore prima della mia partenza per Livorno. Sono dieci o dodici dì che sto aspettando propizio vento; ed il padrone della feluca, sulla quale m'imbarcherò per quella città, mi è venuto a dire (sono le tredici) che sulle diciotto ore partiremo. Ho caro che la vostra m'abbia raggiunto prima del mio metter piede su quella feluca. Non posso dirvi quanto mi sia stata cara, e quant' obbligo io vi abbia del vostro ricordarvi tuttavia così vivamente di me. Quello però che più mi dà piacere è il conoscere che la vostra mente continua sempre ad essere cosi lucida com' era tanf anni fa. Giacché volete vi dica di me, sappiate che della salute ne ho la mia buona porzione; ma, vita mia, siamo a'cinquantadue, onde non v% è più da far molto capitale, sia della salute sia della vita, che quindinnanzi quanto più durerà tanto peggiore andrà diventando di dì in dì. Pure mi conforto che non l'ho impiegata tutta male; perciò, checché ne dicano certuni, non mi fa troppa paura il vederla avvicinarsi al suo fine, né mi do fastidio soverchio di quell' altra che succederà a questa. Mi conservo il più che posso, e seguito tuttavia ad affaticarmi, scrivendo in inglese più che in altra lingua. In Londra meno una vita assai placida e assai a mio modo, stando le mattine al tavolino e passando le sere in ouorate e piacevoli compagnie.