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Altra Lettera di Consolazione
Alla Madre Teresa Eletta Castori.
L'acerba cagione del vostro lutto non potei intenderla che dall' ultime vostre lettere, e queste recatemi anche tardi da mia cognata nel partir essa da Verona, perchè prima non trovò modo per altri di farmele pervenire. M' accorgo pertanto eh' io vi posso essere un tardo confortatore nel dolor vostro, ma che spero nell' intervallo di questo tempo in parte mitigato. E poi pensate che noi dobbiamo in ogni occasione umiliarci e ringraziar il Signore. Egli è un sagrifizio che dovete anche alla vostra vocazione, la quale se non potesse sciogliersi dagli umani affetti e dal sangue, qual laude avrebbe di avervi divisa dalla compagnia de'vostri e dalla domestica consuetudine? E poi di che dolersi? Se pel fratel vostro che morendo andò per tempo a riposarsi dalle miserie della vita e dai dolori del corpo nella celeste felicità, sarebbe invidiargli il suo massimo bene: se perchè ne siete rimasta priva, e ciò sarebbe per amor di voi stessa. Io conosco i fonti d' onde si traggono gli argomenti della consolazione in simili calamità, ma non ho voglia di farne pompa con una mia carissima figlia in Gesù Cristo, cui se vorrà un momento abbracciar crocifisso, sentirà maggior conforto che da qoal si voglia amico il più affezionato ed eloquente. Non ho mancato nel sagrificio della Santa Me^sa di offerire a quella benedetta anima i più divoti suffragi che possa un miserabile qual mi son io. Voi ricordatevi di me, che
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