Altra Lettera di Condoglianza
' A Marianna Dodici — a Piacenza.
Cara Marianna.
Non avrei mai avuto il coraggio di scriverle. Ella sola può in qualche modo imaginarsi che cosa io sia divenuto dopo tale e tanta disgrazia. Ella sa, se il marito di lei non era uno de' più bravi uomini del mondo, il più buono di tutti gli uomini. Era il più antico, il più affettuoso, il più caro de' miei amici. A lui avrei raccomandata nella mia morte la mia Livia che adoro. E come mai potevo aspettarmi tanta disgrazia, se quattro giorni prima mi aveva scritto di sua mano ben lungamente, e pareva che stesse assai bene! Mi pare una cosa fuor di natura eh' egli ci sia mancato in tale età, così subitamente. Oh Dio! cara Mariannina, ella ha ben ragione di dolersi: nè io potrò mai cessare di desolarmi, perchè un altro Gaetanino non possiamo trovarlo in questo mondo. Ella sa quanto egli mi amava, e sa quant' io l'adoravo. Quello che più gli era caro al mondo, cioè Lei e i figli, sono cose per me sacrosante e soprumane. Qualunque cosa non sia impossibile io devo farla per la memoria di queir adorato uomo, lo non so dire se sia consolazione o aumento d'afflizione il vedere quanto era stimato ed amato da tutti; ma certo è una santa ed amabile pietà e di bellissimo esempio la gratitudine pubblica alle pubbliche virtù del nostro caro. S'immagini se io con tutto il cuore non voglio fare la iscrizione ! Gara Mariannina, purtroppo ha