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Guai a te, Giuseppina mia, se al primo momento di tempo non mi scrivi qualche riga, o amorevole o in collera, come tu vuoi, purché tu finisca per abbracciarmi. Ne sono ansiosissimo, e credo che ciò voglia dire che io t' amo assai. Addio.
Torino, 15 Settembre 1830.
tuo fratello Silvio Pellico.