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Altra Lettera di fauste Notizie
A Teresa Pickler-Monti.
Viaggio fio qui più allegro non ho mai fatto. Eravamo sei in compagnia: un Bresciano, un Veronese, un Padovano, il Maestro Mercadante, e noi due. Appena comparso il giorno ci siamo guardati in faccia, e civilmente colle scatole in giro complimentati, si è stretta subito la confidenza, indi le chiacchiere, le barzellette e tanta allegria, che da quel punto fino alle porte di Verona non abbiamo fatto che ridere in coro, e il corago era il bravo Napolitanello, di cui non ho mai veduto il più spiritoso e buffone. Posto piede in Verona, il Perticari ed io avevamo dato ordine che il nostro equipaggio si trasportasse all' albergo, risoluti di restar liberi di noi medesimi. Ma la Mosconi e Persico avevano già alle migliori locande lasciato detto che al Perticari e al Monti si rispondesse che non v'era per questi due gran signori alloggio veruno. E già la Contessa cou sua figlia ed il Conte, nel punto che noi scendevamo dalla Diligenza erano montati in carrozza per venirci incontro, e rapirci come due belle spose. Ed ecco che il povero Mariano, che colle nostre valigie e il facchino incamminavasi allo albergo della Gran Zara, soprappreso dal figlio della Mosconi, sentissi intimare di dar volta e seguirlo senza saper dove, e non aver coraggio di far resistenza, temendo che chi gli facea l'intimazione fosse Commesso della Dogana. Insomma non vi è stato verso di sottrarsi alla cortese violenza e alle cordiali preghiere della mia buona amica; ed eccoci in casa sua superbamente alloggiati, festeggiati, onorati senza misura.