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Altra Lettera di Preghiera.
Alla Signora Contessa Clarina Mosconi, — a Verona
Illustrissima Signora.
La rara geutilezza dell' animo suo mi affida, egregia donna, che vorrà perdonare all'ardir mio nello scriverle, senza avere in me cosa alcuna da meritarmi la sua benevolenza. Ma le seduzioni di Checco Gambara, che pure m'istiga a questo, e le gentili maniere con che le piacque onorarmi in Venezia, vincono la mia ritenutezza. Le mando quindi un avviso di associazione alle opere mie, affinchè nella colta Verona, e tra le persone che godono la preziosa sua compagnia, con lusinghe o con aperta violenza procuri alcun socio. Benché ogni dì più vada scemando il numero di coloro che barattano volentieri danaro per carta, confido che la potente eloquenza di nobil donna, cara alle arti belle ed all'amore, giovi a trovare chi si associi. Che se questo avvenisse, la prego di farmi tenere, tra un mese, il manifesto coi nomi iscrittivi, perchè io possa far giugnere gli esemplari. Confuso e non pentito di questo ardir mio, la prego a perdonarmi. Se le venisse veduto il conte Sco-poli, gli faccia i miei cari saluti; mentr'io bacio le belle mani dell'egregia Clarina.
Brescia, 16 Ottobre 1817.
Devotissimo servitore Cesare Arici.'