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LETTERA DI PREGHIERA
A Donna Morosina, — a Venezia.
Non posso negare che affanno incomparabile non mi apporti la vostra partita, e tanto più quant' ella è piaga meno antiveduta. E certo che io non so che mi dire, se non che pure mi pare essere infortunato. Ben vi prego che vogliate fare, eh' io vi vegga e parli ad ogni modo, come scrivete, e non con angoscia di non potere stare altro che un pater nostro con voi; perciocché pur vorrei ragionare molte cose, che ancora non mi sono state concesse potervi dire. La lettera sarà fatta tantosto come m'imponete. E se alle ventidue ore non avete mandato un vostro famigliare a prenderla, la manderò io a voi per uno de'miei. Secondo che avrò da voi, così farò; nè partirò di casa, se stare vi ci dovessi sei mesi. Ahi lasso! che dispiacere bo io fatto alla fortuna, ch'ella così mi abbia tolto ad offendere per ogni via? Non sono in me: perdonatemi, chè io più oltre non posso scrivere.
Di Venezia, il 22 d'Ottobre 1500.
Pietro Bembo.