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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
constant e thierry.
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Vita abietta, nè il trascendentalismo sublime de'suoi scritti riuscì a palliare la bassezza del viver suo. Ei passava i suoi giorni al tavoliere da giuoco mentre attendeva a preparare la sua opera sulla feligione, ed aveva una tresca amorosa mentre stava scrivendo il suo romanzo Adolphe^ Con tutte le sue grandi potenze intellettuali egli era impotènte, perchè non credeva nella virtù. « Baie, iva egli dicendo, che cos'è l'onore, che cos'è la dignità? Più vivo, e più veggo chiaramente che nulla v'ha in esse. » Era il grido d'un uomo miserabile, il quale considerava sè-stesso come un ammasso di cenere e polvere. « Io passo r diceva, come un'ombra sopra la terra, accompagnato dalla miseria e dalla noia. » Egli agognava l'energia di Voltaire che anteponeva al genio di lui. Ma non aveva la fermezza di proposito, necessaria ad effettuare i suoi desiderii. Ei parlava di sè come di una persona con un piede in aria, ed ammetteva di non aver principii e consistenza morale-Quindi, non ostante il suo splendido ingegno, ei nulla fece,. e dopo aver vissuto infelicemente per molti anni, mori estenuato e miserabile
La vita d'Agostino Thierry, autore dell' Istoria della conquista normanna, porge un vivo contrasto a quella di Constant. Questa vita è un esempio notevole di perseveranza, diligenza, abnegazione e devozione indefessa alla scienza. Ei perdè la vista e la salute negli studii, ma non perdè mai l'amore della verità. Quando era affievolito sì che bisognava trasportarlo di camera in camera come
1 11 giudizio dell'autore mi par troppo severo. Che Beniamino-Constant menasse vita disordinata, e perconseguenzainfelice, d'accordo : che non abbia fatto tutto che voleva e poteva, è pur vero; ma non si può dire letteralmente che nulla facesse. Egli prese parte non ingloriosa alla politica della Francia, e lasciò il suo bei romando Adolfo e le sue stupende considerazioni sul governo rappresentativo che citansi sempre come autorevolissime. (N. d. Tr.\