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Chi si aiuta Dio l'aiuta
Storia degli uomini che dal nulla seppero innalzarsi ai più alti gradi
Samuele Smiles (tradotto da Gustavo Strafforello)
Editori della Biblioteca Utile Milano, 1867, pagine 327
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CHI SI AIUTA DIO L'AIUTA.
l'educazione intellettuale è perniciosa, affermando che ^ ogni sapere deve avere le sue radici ed attingere la sua forza in una volontà sottomessa all'impero della morale e ¦della giustizia. L'acquisto del sapere può, ben è vero, proteggere un uomo contro le più basse reità della vita, ma non contro i vizii egoistici, se non è avvalorato da sani principii e da rette abitudini. Quindi nella vita coti-diana noi troviam tanti esempi d'uomini »olti d'intelletto, ma perversi al tutto nel carattere, pieni di dottrina attinta sui banchi delle scuole, ma privi di saviezza pratica. I
Talvolta ci nasce il dubbio che l'epoca attuale esageri l'importanza della educazione letteraria. Noi ci iinaginiamo volontieri che possedendo un gran numero di biblioteche, di musei, di istituti facciamo grandi' progressi. Ma siffatte agevolezze ponno secondo i casi essere un ostacolo quanto un aiuto all'educazione nel più alto senso della parola. Il possesso di una libreria o il libero uso di essa non costituisce il sapere, appunto come il possesso delle ricchezze non costituisce la generosità. Con tutto che possediamo indubbiamente grandi facilità, è però sempre vero, che la saviezza e l'istruzione possono soltanto, come in addietro, divenire il possesso di coloro che premono l'antica via dell'osservazione, All'attenzione, della perseveranza, del lavoro. Il possesso dei semplici materiali del sapere è assai diverso dal vero sapere, al quale non si perviene che per mezzo d'una disciplina ben diversa da quella della mera lettura. La grande quantità di libri che si sfiorano può ingenerare distrazione piuttosto che istruzione, giacché la lettura superficiale non lascia nella mente un'impressione più definita di quella che lasciano sulla retina le immagini cangianti del caleidoscopio. Il leggere non è soventi volte che un mero assorbimento passivo degli ottimi pensieri, non essendovi che una scarsa tensione della mente in siffatta occupazione. E poi, quanta parte delle nostre letture altro